sabato 22 luglio 2023
Si conclude stasera a Rovigo la Settimana dei diritti umani con la finale del concorso "Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty". Artisti da tutta Italia, premio sezione Big a Manuel Agnelli
La Banda Rulli Frulli sul palco di "Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty" a Rovigo

La Banda Rulli Frulli sul palco di "Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty" a Rovigo - Foto Andrea Artax

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Dare voce, musica e volto ai diritti umani. E’ quello che sta succedendo da una settimana a Rovigo, che ospita la prima Settimana dei diritti umani, un grande festival multidisciplinare capitanato dall’Associazione Voci per la libertà, che ha riunito oltre quaranta associazioni e realtà culturali del rodigino dalle diverse anime, da Amnesty International a Caritas Diocesi Adria-Rovigo, il Manto di Martino, Centro Francescano di ascolto, Libera, Emergency Rovigo Arci oltre a Cgl, Cisl e Uil e tanti altri, con il sostegno dei comuni di Rovigo e di Adria. Un percorso emozionante con sessanta eventi fra tra musica, letteratura, sport, laboratori, mostre, spettacoli e cinema per promuovere una cultura universale dei diritti umani sul fil rouge del tema “D(i)ritti al futuro”. Tanti gli ospiti, da Moni Ovadia alla presidente di Amnesty Italia Alba Bonetti.

A concludere la settimana è la XXVI edizione di Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, che stasera avrà il suo clou in piazza Vittorio Emanuele II con l’esibizione dei cinque finalisti del Premio Amnesty Emergenti e con la proclamazione dei vincitori del Premio della Critica e Premio della Giuria Popolare. Ospite musicale d’eccezione della serata conclusiva Manuel Agnelli che ha vinto il Premio Amnesty International Italia sezione Big per il brano Severodonetsk, contenuto nel suo ultimo album Ama il prossimo tuo come te stesso. Premio vinto in passato da Carmen Consoli, Negramaro, Niccolo Fabi, Simone Cristicchi, Paola Turci, Daniele Silvestri, Nada, Brunori Sas., Frankie Hi-Nrg, le cui testimonianze sono state raccolte nel docufilm Rumore - Human vibes della regista Simona Cocozza presentato ieri. «Sono estremamente onorato di ricevere questo prestigioso premio. Ho sempre creduto che gli artisti dovessero avere un ruolo fondamentale nel trasmettere messaggi significativi – ha dichiarato il leader degli Afterhours a Rovigo come solista -. Ho scritto questa canzone per dare voce alle persone, vittime di violenza e sofferenza. Il mio obiettivo era di comunicare un messaggio che mettesse l’umanità al centro. Sono davvero felice che questa visione sia stata riconosciuta».

Agnelli oggi alle 18 presso la Sala della Gran Guardia dialogherà con Francesca Corbo di Amnesty international Italia sul tema “Musica e parole per i diritti umani”. Mentre alle 19.30 al Giardini delle Due Torri verrà proposto in concerto da Enrica Boschiero e Lorenzo Monguzzi Shahida – Tracce di libertà, triplo cd realizzato dal Centro Astalli e da Appallosa records /IRD a sostegno delle donne rifugiate con oltre 100 artisti che hanno partecipato portando parole e melodie che raccontano storie, percorsi e volti da ogni parte del mondo: fra i nomi Flavio Insinna, Saba Anglana, Alessandro Bergonzoni, Anna Foglietta.

La bellezza di questo festival è la condivisione, vista sul palco venerdì con il concerto della Banda Rulli Frulli, uno dei più bei progetti italiani di musica e inclusione, che ha visto come ospiti Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione e Michele Mud Negrini. Mentre ieri sera è stata la volta degli studenti del dipartimento Pop Rock del Conservatorio di Musica Francesco Venezze di Rovigo.
«Dopo mesi di intenso lavoro di coordinamento tra le numerosissime realtà che hanno creduto in questo progetto ci siamo- commenta Michele Lionello direttore artistico del festival -. È una grande soddisfazione. Siamo riusciti a creare un grande e variegato cartellone grazie a cui i temi legati ai diritti umani possano entrare nel cuore prima che nella mente, perché c'è bisogno di trasformarli in emozioni mediante il potere immediato ed empatico dell’arte e della cultura». Il concorso musicale Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, nasce nel 1998 all’ombra del campanile a Villadose, paese di 5000 anime dove è nato Lionello che nella via è professore di religione. «L’idea arriva da noi giovanissimi per il cinquantesimo anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e il festival è nato nel centro ricreativo giovani parrocchiale di cui all’epoca ero direttore - racconta Lionello - Per dieci anni siamo rimasti lì, poi siamo passati a Rosolina e da quest’anno a Rovigo. Ma già nei primi due anni siamo cresciuti moltissimo per la particolarità dei contenuti del festival legati ad Amnesty International che è entrata da subito». Nel 2003 arriva il premio dal Mei, associazione etichette indipendenti, come festival dell’anno, nel 2010 la medaglia di rappresentanza dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e nel 2018 Targa Tenco per il miglior album collettivo a progetto.

La band veronese Da Quagga in gara a Rovigo

La band veronese Da Quagga in gara a Rovigo - Foto Andrea Artax


La cosa più sorprendente è la quantità di brani che vengono proposti al festival ogni anno, circa 200, tutti improntati sui diritti umani. «Sono passati migliaia di artisti qui, e tutti questi brani sono un bel segno perché è quello che parte dalla base, è bello che ci sia ancora chi ci tiene a questi valori e a queste tematiche, e in questo festival hanno la libertà di esprimerle al di là delle logiche di mercato».

Quest’anno in particolare, spiega il direttore artistico, le canzoni si sono incentrate su immigrazione, guerra e identità .
I migliori 8 fra band e singoli cantanti si sono sfidati sul palco in due semifinali venerdì e ieri, per arrivare alla finalissima di stasera, giudicati da una giuria di addetti ai lavori. La band Da Quagga, fra rock, rap e impegno ha colpito per il testo del brano inedito Da casa, in cui si mettono a confronto storie di migrazioni di ieri e di oggi. «E’ un brano che ho scritto in omaggio a mio nonno – racconta ad Avvenire Simone Coscarella (in arte Simone Fama) 36 anni, voce e autore dei testi del gruppo –. Mio nonno Luigi Coscarella ha fatto il minatore in Belgio, negli anni 40 è partito cercando fortuna ed è andato a Liegi dove mio papà è cresciuto. Sin da bambino quando sento parlare di spostamenti e migrazione dico che noi siamo stati i primi farlo e non capisco come sia possibile dimenticarselo. Inoltre le condizioni di lavoro degli italiani in Belgio sono simili a quelle di chi emigra dall’Africa per arrivare in Italia. Nel brano rendo omaggio a tutti gli italiani che hanno fatto i minatori in Belgio, rimettendoci anche la salute, confrontandoli con un giovane minatore nelle miniere di cobalto in Congo che per la disperazione, decide di fuggire e finisce in una barca. Per me l’arte deve essere un messaggio».

Il Sud è al centro anche dell’affascinante brano di Buva (Valerio Buchicchio, 35 anni), cantautore di Cerignola che, dopo essere stato premiato da Musica contro le mafie e dal Premio Bindi, è arrivato a collaborare anche con Ermal Meta. «Questo brano è contenuto nel mio album Quarantena - ci spiega -. Il sud non è mai una terra di partenza fortunata, ma volevo anche raccontare l’opportunità che dà la mia terra, quella di aprire le braccia verso quelli che arrivano, creare un ponte non creare una divisione. Integrare è un fatto culturale, economico, umano».

Il cantautore Buva in gara a Rovigo con 'Sud'

Il cantautore Buva in gara a Rovigo con "Sud" - Foto Andrea Artax


La questione femminile, poi, è fortemente al centro di Voci per la libertà come in Attimo del cantautore torinese Obi che denuncia l’improvvisa perdita della libertà di studiare e lavorare delle donne afghane, o la denuncia della violenza sulle donne in Watch him bleed del gruppo rock ferrarese Pankhurst. «Voglio diventare astrofisica spaziale, musicista, militare» cantano decise le ragazze del progetto Cenere in Chi lo decide chi siamo? «Il diritto di essere se stessi, sia per gli uomini sia per le donne. Per qualsiasi lotta bisogna unirsi – spiega la bolognese Sarah Fornito che arriva dal rock, autrice dei testi insieme a Rebecca Dallolio violinista nell’Orchestra Senzaspine di Bologna -. Temi trattati anche nei miei progetti precedenti Diva Scarlet e Decana nel disco Non più silenzio con brani sulla violenza domestica sui bambini e sulla tratta delle prostitute. Sono temi ricorrenti perché ci toccano».

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