venerdì 6 luglio 2012
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Fra agrumeti e chiese barocche, ceramiche d’arte e boschi mediterranei, l’unico errore assolutamente da evitare è quello di andare di fretta. La premura è bandita quando ci si trova davanti a 142 gradini in maiolica decorata, uno diverso dall’altro, o quando in un fazzoletto di paese si è circondati da quasi trenta chiese dalle facciate mozzafiato, o se ti offrono una granita di mandorle sulla terrazza del belvedere di uno di quei luoghi che hanno dato i natali a pietre miliari della politica e della cultura italiana, come Luigi Sturzo e Giovanni Verga. È tutto da scoprire il Calatino, quella zona dell’entroterra siciliano, raccolta tra i monti Erei, Iblei, la piana di Catania e il fiume Simeto, che ha come "capitale" Caltagirone (Ct), sede vescovile e centro propulsore di cultura, artigianato e imprenditoria.A partire dalla straordinaria scalinata di Santa Maria del Monte, lunga oltre 130 metri, con 142 gradini che offrono a visitatori ammirati una decorazione variopinta diversa in ogni alzata. Simbolo della città, viene rivestita di vasi fioriti per la tradizionale infiorata primaverile in onore della Madonna di Conadomini, che si festeggia il 31 maggio con il tradizionale corteo della Rusedda, una processione a cui partecipano i carri siciliani e trattori addobbati di fiori. Ma la stessa scalinata diventa un fiume di fuoco e di luce per la festa del patrono San Giacomo, quando il 24 e il 25 luglio viene illuminata da circa quattromila coppi a forma di cilindro di carta colorata, con lucerne a olio, che seguono un disegno di fiammelle tremolanti. E a Natale Caltagirone diventa la "città del presepe", con allestimenti di natività di ceramica nelle varie botteghe e in diversi punti del centro storico, con mostre in cui si espongono presepi in terracotta di moderna produzione e di maestri del passato.Tutta la storia, l’economia e l’arte di Caltagirone ruotano attorno alla ceramica, che l’ha resa famosa in tutto il mondo e che dal 2003 le è valso il marchio Decop, la Denominazione Comunale di provenienza. Questa forma di artigianato affonda le sue radici in epoca preistorica, attraversando tutte le dominazioni e le culture che si sono succedute in questa terra, ricca di buone cave d’argilla e abbondante di boschi per il legname necessario ad alimentare i forni, raggiungendo l’apice in epoca recente con i capolavori di Giacomo Bongiovanni e Giuseppe Vaccaro, trionfando nell’architettura e nella decorazione delle abitazioni siciliane.Anche il fondatore del Partito popolare italiano, don Luigi Sturzo, ebbe il suo ruolo nella ricerca e nell’innovazione di questo forma di artigianato artistico, con la nascita dell’Istituto statale d’arte per la ceramica. Questo padre della patria riposa in un mausoleo nella chiesa del Ss. Salvatore, proprio a Caltagirone, che diede i natali anche ai politici Mario Scelba, che fu capo del governo e più volte ministro nel secondo dopoguerra, e Silvio Milazzo, presidente della Regione siciliana alla fine degli anni Cinquanta e protagonista di un’inedita esperienza politica di alleanze fra destra e sinistra capaci di scalzare la Dc, chiamata milazzismo.Tra fichi d’india e campi di grano, torrenti e giardini di aranci, distese di rocce vulcaniche e di terreni argillosi, restano alcune "macchie" delle antiche foreste che ricoprivano la zona: sul Monte Iudica, sulla Montagna di Ganzaria, a San Pietro e nel parco di Sciri Sottano sono presenti boschi secolari. E intorno fioriscono altri 14 Comuni che costituiscono il comprensorio calatino, una sorta di viaggio nel tempo dalla più remota preistoria alle testimonianze del dopoguerra, passando per un medioevo ricco di fortificazioni e un barocco rigoglioso che riuscì a far dimenticare le tragiche conseguenze del devastante terremoto del 1693, che rase al suolo la maggior parte dei centri abitati del Val di Noto. Militello Val di Catania (che con Caltagirone è inserito tra gli otto siti del Valdinoto nel patrimonio Unesco), Grammichele, Vizzini, Mirabella Imbaccari, Mineo, San Michele di Ganzaria, Mazzarrone, Raddusa, Licodia Eubea, San Cono, Scordia, Palagonia, Ramacca e Castel di Iudica, da 2.000 a 17.000 abitanti, raccontano con i loro toponimi di molteplice provenienza (greca, fenicia, araba) la varietà di dominazioni e la fertilità dei luoghi. Terre ricche di prodotti della natura, ma anche di cultura. Tra queste colline nacque e si sviluppo la corrente letteraria del Verismo, con Luigi Capuana, originario di Mineo, e Giovanni Verga di Vizzini, a cui sono dedicati musei e mostre, statue e palazzi. Originali anche alcune concezioni urbanistiche, come quella di Grammichele, ricostruito dopo il terremoto seguendo una struttura architettonica esagonale e radiocentrica, ispirata all’urbanistica rinascimentale. Il centro storico conserva ancora questa planimetria regolare che vista dall’alto offre un’immagine suggestiva, simile alla tela di un ragno.​
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