lunedì 3 luglio 2023
La scoperta in Antartide presso la stazione Amundsen-Scott del Polo Sud della National Science Foundation
Un'immagine della Via Lattea

Un'immagine della Via Lattea - Ansa

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Catturata per la prima volta l'immagine delle particelle “fantasma” della Via Lattea. La scoperta è stata fatta dell'osservatorio di neutrini IceCube, finanziato dalla National Science Foundation degli Stati Uniti, presso la stazione Amundsen-Scott del Polo Sud della NSF in Antartide. Lo studio è stata illustrato nel corso di un evento alla Drexel University di Filadelfia, in Pennsylvania e pubblicata sulla rivista Science.

Ma cosa sono le particelle “fantasma”? Sono i neutrini, particelle subatomiche elementari di massa piccolissima e carica elettrica nulla, appartenenti al gruppo dei leptoni e alla famiglia dei fermioni, che disegnano un ritratto della nostra galassia diverso da qualsiasi altro prima d'ora. Gli scienziati hanno ora rivelato un'immagine unica e diversa della nostra galassia, determinando l'origine galattica di migliaia di neutrini, invisibili e per questo denominati particelle fantasma, che esistono in grandi quantità ma che normalmente attraversano la Terra senza essere individuati. L'immagine della Via Lattea basata sui neutrini è la prima del suo genere: un ritratto galattico realizzato con particelle di materia anziché con energia elettromagnetica.

"A questo punto della storia dell'umanità, siamo stati i primi a vedere la nostra galassia in qualcosa di diverso dalla luce", ha detto Naoko Kurahashi Neilson, fisica della Drexel University, che assieme ai dottorandi, Steve Sclafani della Drexel University a Philadelphia e Mirco Hunnefeld della Dortmund University in Germania, ha esaminato per la prima volta l'immagine. "Come spesso accade, le scoperte piu' significative nella scienza sono rese possibili grazie ai progressi della tecnologia", ha affermato Denise Caldwell, direttore della Divisione di Fisica della NSF. "Le capacita' fornite dal sensibilissimo rivelatore IceCube, insieme ai nuovi strumenti di analisi dei dati, ci hanno dato una visione completamente nuova della nostra galassia, che prima era solo accennata", ha continuato Caldwell.

Oltre all'ardua sfida di rilevare i neutrini, notoriamente sfuggenti, e di distinguerli da altri tipi di particelle interstellari, gli scienziati hanno come obiettivo quello di determinarne la provenienza. Quando i neutrini interagiscono con il ghiaccio sotto IceCube, in Antartide, che rimane il più grande laboratorio naturale presente sulla Terra, questi rari incontri producono deboli schemi di luce che IceCube puo' rilevare. Queste interazioni sono state alla base della scoperta, da parte della collaborazione IceCube, di neutrini provenienti da un'altra galassia distante 47 milioni di anni luce. "Ora è stata misurata una controparte di neutrini, confermando così ciò che sappiamo sulla nostra galassia e sulle sorgenti di raggi cosmici", ha sottolineato Sclafani. Nel corso di molti decenni, gli scienziati hanno rivelato innumerevoli scoperte astronomiche ampliando i metodi utilizzati per osservare l'universo. Ai progressi un tempo rivoluzionari, come la radioastronomia e l'astronomia a infrarossi, si è aggiunta una nuova classe di tecniche osservative che utilizzano fenomeni come le onde gravitazionali e, ora, i neutrini. "L'immagine della Via Lattea basata sui neutrini rappresenta un ulteriore passo avanti in un'ampia linea di scoperte", ha concluso Kurahashi Neilson.

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