venerdì 27 aprile 2012
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«Buon giorno, buona gente!». Così San Francesco nel 1219 salutò gli abitanti di Poggio Bustone quando per la prima volta giunse nella piana di Rieti, la "Valle Santa", proprio per la lunga presenza del "Poverello" di Assisi. Sull’altro versante della valle ecco Greccio, la Betlemme francescana, dove il Santo nel Natale del 1223 per la prima volta rievocò la Natività. «Buon giorno, buona gente!», così oggi Francesco sicuramente saluterebbe i pellegrini che camminano lungo i suoi sentieri. Poggio Bustone e Greccio sono, infatti, 2 delle 14 tappe della "Via Francigena di San Francesco", 250 chilometri da Assisi a Roma. Pellegrinaggio in cammino tra splendida natura e piccoli paesi. «Ma non è solo turismo, è molto di più. É soprattutto cultura - avverte padre Caesar Atuire, presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi che ha promosso l’itinerario -. Fare un cammino è ritrovare le proprie radici, è dialogare, contro i rischi della globalizzazione. Ma è anche creare comunità, in un periodo di crisi nel quale il tessuto sociale viene meno». Una rete che l’Opera ha voluto rilanciare proprio da Greccio. «Una nuova scommessa come quella che 40 anni fa, poco capiti, lanciammo per il Cammino di Santiago - spiega monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Orp -. Ora ci riproviamo. Perché l’uomo ritrovi se stesso e lasci i pesi della società, in contatto con la fede, l’arte, la storia, la cultura». Scommessa affascinante e difficile. Proprio per questo l’Opera invita a fare rete. Così nell’assolato piazzale del santuario ci sono il ministro del Turismo, Piero Gnudi, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, i sindaci di Roma, Gianni Alemanno e della zona. A fare gli onori di casa padre Luciano. «Il cammino è ascolto: di se stessi, degli altri che incontriamo lungo la strada e di Dio». Sarà il luogo, saranno i colori brillanti di questa giornata quasi estiva, ma lo sprito del Santo coinvolge tutti. «Dobbiamo riscoprire questo modo diverso di viaggiare che in questa epoca della fretta aiuta a ritrovare se stessi e il senso di fratellanza», commenta il ministro che annuncia più attenzione da parte del governo «ai tesori nascosti del nostro Paese. Nel passato - denuncia - l’errore è stato di considerare il turismo la cenerentola dell’economia. Oggi non può essere più così e deve crescere con iniziative come questa». Allora in cammino. Così anche Gnudi si accoda alla lunga fila che imbocca una parte del sentiero francescano. Un paio di chilometri fino all’Abbazia di San Pastore tra le querce, il giallo del maggiociondolo e il violetto dei ciclamini. Un assaggio ma già promette bene.
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