martedì 27 novembre 2012
​Ovazione per l'ensamble milanese composta da musicisti tutti sui 30 anni
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​Quando l’ultima leggerissima nota del preludio del primo atto di Traviata si spegne nel silenzio della Sala Grande del Conservatorio Cajkovskij di Mosca il pubblico scatta in piedi in un applauso scrosciante come una cascata. Standing ovation per l’orchestra Verdi di Milano al suo debutto nella gelida terra di Russia in una tournée che ha toccato l’altra sera Mosca e che stasera farà il bis alla Cappella Accademica di Stato di San Pietroburgo. L’orchestra sinfonica milanese è stata chiamata per festeggiare il 40° anniversario di Banca Intesa San Paolo a Mosca, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Russia all’interno di Exhibitaly. Comprensibile che la prima volta de laVerdi nella terra degli zar fosse vissuta con un filo di apprensione dalla prestigiosa orchestra che ha già toccato Europa, Giappone e Sud America. Fra gli stucchi della Sala Grande del Conservatorio da 1600 posti sfilava il pubblico delle grandi occasioni, oltre a quello degli intenditori e a un centinaio di fan arrivati da Milano al seguito dell’ensemble. In platea sedevano, accanto all’arcivescovo Ivan Jurkovic, nunzio apostolico nella Federazione russa, il rabbino capo di Russia Berel Lazar, il presidente di Confindustria Russia, vari ministri e alcuni oligarchi. Una serata all’insegna dell’orgoglio tricolore a partire dal messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano letto dall’ambasciatore d’Italia a Mosca Antonio Zanardi Landi. «"LaVerdi" rappresenta un elemento di spicco nel panorama musicale italiano» scrive Napolitano dicendosi certo che i due concerti «varranno a sottolineare che il rapporto culturale esistente tra i due Paesi è destinato a durare». Una bella responsabilità sulle spalle dell’orchestra, nata 20 anni fa, composta da trentenni e capitanata in questo viaggio dal 32enne maestro Jader Bignamini da Cremona. Il quale, chiamato a sostituire il direttore stabile dell’orchestra, la neomamma Zhang Xian, l’altra sera ha messo tutto il suo entusiasmo nel trascinare i 90 elementi e dare brio a un programma ad effetto che più italiano non si può: Rossini, Paganini, Verdi e Respighi. Tutti autori con un fil rouge legato alla Grande Madre Russia: Verdi fu qui nel 1862 per la prima de <+corsivo>La forza del destino<+tondo> commissionatagli dal Teatro Imperiale di San Pietroburgo e Respighi fu prima viola al Teatro dell’Opera dell’allora capitale imperiale e a Mosca. E così se l’ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini sull’onda della celebre "cavalcata" strappa i i primi "bravo", a lasciare a bocca aperta i moscoviti sono gli arabeschi di Paganini ricamati dal violino della 23enne Francesca Dego, uno dei migliori talenti italiani emergenti. Il Concerto per violino e orchestra n.1 in re maggiore op. 6 è un trionfo per la bionda violinista lecchese: da lei il pubblico pretende ben tre bis. Verdi, nell’anno del bicentenario non può mancare, con la Sinfonia da I vespri siciliani mentre il gran finale entra nel ’900 con il poema sinfonico I pini di Roma di Respighi. Anche a Bignamini sono richiesti tre bis. Ancora un Respighi, e poi a tutto cuore con Verdi, l’ouverture di Nabucco da commozione e, appunto, Traviata.È il trionfo dei giovani talenti italiani, quelli che l’Italia ciecamente lascia fuggire all’estero e su cui invece laVerdi continua testardamente a puntare. Lo confermano convinti e soddisfatti della première moscovita il presidente de LaVerdi Giovanni Cervetti e il direttore artistico Ruben Jais: «In Italia la situazione è critica, ma noi crediamo sempre nei nuovi talenti». E Luigi Corbani che fondò l’orchestra nel 1993 insieme al russo Vladimir Delman: «La nostra filosofia è promuovere i giovani e produrre molto. Questo ha pagato anche in termini di pubblico. Nel 2011 abbiamo tenuto 252 concerti sinfonici, più 48 da camera, abbiamo allungato la stagione all’estate in una logica di servizio culturale e siamo stati seguiti da 180mila spettatori. Il problema restano i fondi – aggiunge –, siamo una Fondazione, e il contributo istituzionale resta centrale. Solo che dal milione e mezzo di euro del 2007 siamo calati ai 270.000 del 2011 e quest’anno non abbiamo visto ancora nulla». Intanto questa tournée sta dimostrando come qualità e talento italiano siano apprezzati all’estero, nonostante la crisi. E tra i prossimi appuntamenti un tour in Germania con la star del violino David Garrett e si lavora a una lunga serie di concerti nelle principali città cinesi.
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