mercoledì 17 luglio 2019
Dal 22 luglio al 5 agosto in scena il meglio della drammaturgia contemporanea. Dalla Germania l'Exile Ensemble, Pino Carbone porta Cyrano a Sarajevo e Lucia Calamaro debutta con "Nostalgia di Dio"
La Biennale Teatro a Venezia dal 22 lugli al 5 agosto

La Biennale Teatro a Venezia dal 22 lugli al 5 agosto

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Ben 14 artisti, ognuno con più titoli in una sorta di breve "biografia artistica"; 28 spettacoli con 23 novità, di cui 2 in prima europea e 6 in prima assoluta. E’ ricco il cartellone del 47° Festival Internazionale del Teatro diretto da Antonio Latella e organizzato dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta che si svolgerà a Venezia dal 22 luglio al 5 agosto: Un’occasione per avere uno spaccato delle più importanti e stimolanti tendenze teatrali italiane e dal mondo.
Dopo il focus sulle registe europee e l’indagine sul rapporto attore/performer, la Biennale Teatro affronta il suo terzo atto con Drammaturgie, «titolo volutamente lasciato al plurale – spiega il direttore Antonio Latella – proprio perché crediamo che, nel ventunesimo secolo, sono tante e differenti le drammaturgie per la scena e, direi, per tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo». Fra i tanti diversi tipi di scrittura per il teatro avrà un ruolo speciale, per la prima volta a Venezia, il teatro ragazzi. «Forse è prima per importanza la drammaturgia destinata al teatro-ragazzi – spiega Latella – nata per creare un nuovo pubblico, crescerlo e proteggerlo dall'ovvietà, proponendo grande teatro non rivolto soltanto a un pubblico giovane o molto giovane».

Proprio dal teatro-ragazzi dell’olandese Jetse Batelaan, Leone d’Argento, prende il via il 22 luglio il Festival, riallacciandosi a una tradizione della Biennale che in passato aveva dato ampio spazio a questo settore, oggi forte di un rinnovamento linguistico che lo rende partecipe degli sviluppi della ricerca teatrale. War, che spiega la guerra ai bambini, e The Story of the Story, presentati alla Biennale, rappresentano lo stile visionario che questo regista e autore intreccia a una vena filosofica affrontando miti e temi di oggi.
Ma è anche nel segno di Heiner Müller che si apre il Festival Internazionale del Teatro. Con il più osannato e controverso degli scrittori tedeschi si misurano due nomi di punta della scena europea e dei loro ensemble: dai Balcani Oliver Frljic, con Mauser, e dalla Germania Sebastian Nübling, che realizza The Hamletmachine con l'Exile Ensemble, un gruppo di attori rifugiati che arrivano da Afghanistan, Palestina, Siria, che fanno parte del berlinese Gorki Theatre dal 2016. Il nome di Sebastian Nübling si associa anche a quello di Sibylle Berg, autrice tradotta in più di trenta lingue, per The So-Called Outside Means Nothing to Me. Per la prima volta in Italia arrivano alla Biennale Teatro le australiane Susie Dee - regista, attrice, direttrice di teatro - e Patricia Cornelius - una delle voci più forti della drammaturgia di lingua inglese, con un teatro dalla parte delle donne. E poi Il giardino dei ciliegi di Cechov Alessandro Serra, con la compagnia Teatropersona.

Tra gli autori che mettono in scena i propri testi, il Festival ospita la cilena Manuela Infante, scrittrice di primo piano della scena sudamericana ma anche direttrice del prestigioso Teatro de Chile oltre che regista. Il regista e autore Pino Carbone alla Biennale Teatro presenta la novità assoluta Assedio da Cyrano de Bergerac: riscrittura che trasporta l’eroe romantico ai nostri giorni, sullo sfondo dell'assedio di Sarajevo, quando la guerra irrompe nella vita con le sue devastazioni mutando per sempre i nostri destini. Infine Lucia Calamaro è riconosciuta autrice di un teatro fondato sulla lingua, affrontando temi universali attraverso storie personali che presenta il suo nuovo lavoro: Nostalgia di Dio.
Per la prima volta in Italia, Julian Hetzel, autore di performance dal segno politico, è invitato alla Biennale con tre opere. All Inclusive vede al centro l'estetizzazione della violenza che un cumulo di macerie provenienti dall'area del conflitto siriano. The Automated Sniper riflette sull'oscillazione tra reale e virtuale, sulla "ludicizzazione" della violenza, quando le guerre sono combattute sempre più a distanza, attraverso i droni, per cui guardare in uno schermo equivale a uccidere. È infine Jens Hillje, premiato con il Leone d'oro alla carriera. Per anni condirettore artistico della Schaubühne di Berlino che ha rivoluzionato insieme a Thomas Ostermeier e Sasha Waltz, oggi Hillje è condirettore artistico del Gorki Theater, che ha contribuito a rendere fulcro della nuova scena berlinese.

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