giovedì 31 agosto 2017
Presentato «Casa d'altri», perché la memoria non basta. Al regista il Premio Robert Bresson
Amelio, il suo primo corto sul terremoto in Centro Italia
COMMENTA E CONDIVIDI

La memoria non basta”. Si chiude con questo monito, mentre un anziano scava con le mani fra le rovine di AmatriceCasa d’altri”, il primo cortometraggio di Gianni Amelio, coprodotto da Rai Cinema, presentato oggi come evento speciale alle Giornate degli autori alla 74ma Mostra del cinema di Venezia. Presenti, fra gli altri, del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.

Il cortometraggio di 15 minuti andrà poi in onda su Rai1 sabato 2 settembre alle 23.05, su Rai Movie mercoledì 6 settembre alle 23.15, su Rai Premium giovedì 7 settembre alle 11.40.

Il corto si apre, raggelante, con due turisti che si scattano selfie davanti a una casa distrutta, passando poi per la sofferenza silenziosa di un anziano che si aggira alla ricerca dei suoi cari scomparsi. In mezzo le testimonianze autentiche e commosse di vigili del fuoco, muratori, e maestre elementari che raccontano i traumi subiti dai bimbi, insieme alle immagini di tante Madonne e santi “feriti” dal crollo delle chiese del paese.

La memoria non basta, deve servirci ad imparare. Ho fatto questo corto perché non si ripeta un’altra Amatrice – afferma Amelio ribadendo l’importanza dell’uso delle immagini -. Occorre entrare a casa d’altri con rispetto, disposto all’ascolto, perché usare male la telecamera è come ferire una persona due volte”. Per questa delicatezza di approccio in tante opere in 35 anni di carriera, il regista de “Il ladro di bambini” riceverà il 3 settembre all’Hotel Excelsior il Premio Robert Bresson assegnatogli dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, presieduta da don Davide Milani, e dalla “Rivista del cinematografo” con il patrocinio della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Pontificio Consiglio della Cultura e sarà consegnato da monsignor Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, presidente Commissione episcopale per le comunicazioni sociali della Cei.

La motivazione riguarda una filmografia in cui “i temi della famiglia (il conflitto padri/figli e le assenze/presenze intergenerazionali) e delle migrazioni, da “Lamerica” a “Così ridevano”, acquistano un primato scevro dalle ideologie e dalle contingenze della cronaca”. “Ne sono orgoglioso e felice, come raramente mi accade, per questo premio prestigioso perché penso di meritarlo – aggiunge Amelio sorridendo – Seguo da sempre i precetti del grande regista e tutti noi dovremmo essere umilmente suoi allievi”.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI