sabato 28 febbraio 2009
Dopo l’uscita in Uefa e i fischi di San Siro, squadra a rapporto da Galliani. Mai più simili figuracce: «Ora tocca a voi...». E per la Samp va ko anche Seedorf.
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State zitti se potete e portate rispet­to per chi vi ha condotto in cima al mondo. È questo il messaggio del­l’ultimo grido silente - mimato con l’in­dice al naso - di capitan Maldini sepol­to dai fischi, insieme a tutta la squadra di Ancelottti, dopo il clamoroso flop con­tro i bravi “crucchi” di Brema. Una debacle (da 2-0 a 2-2 in dieci mi­nuti e tanti saluti all’Uefa) che sa di te­stamento dell’ormai superato ciclo rossonero (a -11 dall’Inter e un 3° posto a ri­schio), sempre che la bottega dell’anti­quariato Galliani-Braida non continui­no a insistere con la “vecchia guardia”. Questa ha reso il Milan la seconda squa­dra più titolata al mondo, ma «il passa­to - insegna Carofiglio - è una terra stra­niera ». Galliani sperava di pareggiare i conti con gli argentini del Boca Juniors in questa stagione e baldanzoso an­nunciava: «Ho sognato che nel 2009 il Milan raggiungerà il Boca a quota 19 Coppe». Missione fallita, prima ancora di provarci. Fuori dalla Uefa che e­ra l’unica coppa mancante, an­che se di conso­lazione, al punto che Ancelotti al­la vigilia della gara con il Wer­der era costretto a giocare di fantasia: «Questo è un esa­me da Champions...». No-Champions e adesso no- Uefa. L’ambizione sfrenata del Milan si è infranta contro una squa­dra che sacchianamente è stata «padro­na del campo e del gioco». Uno scenario per nulla inedito per i tifo­si rossoneri che non conoscono il fasci­no discreto del «San Zero» interista, ma che nelle ultime due stagioni hanno vi­sto trasformarsi il Meazza in un Bengo­di. Nella passata stagione in campiona­to nella ex invalicabile tana del Milan, sono passate Roma, Siena, Samp e Ata­lanta e persino il piccolo Empoli, poi fi­nito in B. Sconfitte interne pesanti che sommate a quelle esterne hanno porta­to all’esclusione da quella Champions in cui agli ottavi i rossoneri erano stati buttati fuori dal giovane Arsenal, che è ancora lì allo stesso punto. Un anno sabbatico dalla massima com­petizione europea doveva servire ai sag­gi del Milan a mettere tutta la loro espe­rienza al servizio dell’agognato proget­to- scudetto e poi a conquistare la “cop­petta” Uefa. Nel gioco dello scaricabari­le il giorno dopo la disfatta, Galliani nel suo raid a Milanello per un faccia a fac­cia in famiglia, ha lanciato un sos alla squadra: «Adesso tocca a voi...». Slogan copiato dalla curva milanista che a nome dei 50mila abbonati rossoneri da tempo rivolgono lo stesso appello ac­corato alla dirigenza milanista. Specie al patron Berlusconi che manifesta stan­chezza e lascia aperte le porte al solito sceicco Al Mansour che mettereb­be sul piatto che piange 500 milioni di euro per regalarsi finalmente Kakà e tutto il cucuzzaro. Una cifra di tutto rispet­to per pensionare mezza rosa di Ancelotti (forse allenatore compreso) e riportare l’età media del­la squadra in prossimità di un accettabile e futurista linea verde. Intanto domani si torna in campo (con­tro la Samp) e non sono rose per Ance-­lotti: Kakà e Ronaldinho restano in for­te dubbio e non vanno meglio le cose per Seedorf e Ambrosini. L’olandese ha subito un forte trauma di­scorsivo alla caviglia destra: per lui è qua­si certo il forfait. Ambrosini ha un risen­timento all’adduttore. Gioco forza a Ge­nova si vedrò un Milan “giovane”.
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