mercoledì 3 novembre 2021
Stasera in basilica la prima esecuzione assoluta di “Cantus Bononiae. Missa Sancti Petroni”, opera inedita del compositore Marco Taralli, con la celebrazione eucaristica del cardinale Zuppi
Stasera alle 19 nella basilica di san Petronio in prima esecuzione “Cantus Bononiae. Missa Sancti Petroni” composta da Marco Taralli

Stasera alle 19 nella basilica di san Petronio in prima esecuzione “Cantus Bononiae. Missa Sancti Petroni” composta da Marco Taralli

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Un atto d’amore per la città di Bologna e per il suo patrono, san Petronio, e un modo per proporre la musica contemporanea «alta» per animare la celebrazione eucaristica: vuol essere questo, Cantus Bononiae. Missa Sancti Petroni, l’opera inedita del compositore Marco Taralli che sarà eseguita in prima assoluta oggi alle 19 nella più grande e nota chiesa della città, la basilica, appunto, di San Petronio, durante la Messa presieduta dall’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Zuppi. La nuova composizione è stata commissionata a Taralli dall’associazione culturale «Messa in Musica», che già da anni propone composizioni di noti autori, finora del passato, per animare le Messe dei tempi liturgici forti dell’Avvento e della Quaresima: e coprodotta assieme al Teatro Comunale della città.

Esecutori saranno il Coro (50 elementi) del Teatro Comunale diretto da Antonino Fogliani, maestro del coro Gea Garatti Ansini, il coro di voci bianche e l’orchestra sempre del Comunale e le voci soliste del baritono Simone Alberghini e del soprano Veronica Simeoni. L’ingresso sarà libero e aperto a tutta la cittadinanza. «Cantus Bononiae è un’opera di musica sacra contemporanea che abbiamo voluto dedicare a Bologna, al suo Patrono ed alla sua Basilica - afferma Annalisa Lubich, presidente di «Messa in Musica» -. Si tratta di un tesoro musicale che siamo sicuri non si esaurirà con questa esecuzione, ma porterà il patrimonio artistico e spirituale della nostra città fuori dal perimetro bolognese divenendo fruibile in altre occasioni e in altri luoghi, come accadeva per la musica sacra dei secoli scorsi».

Lubich sottolinea anche la valida collaborazione data dal Comune, «nella persona del prima assessore alla Cultura e ora sindaco Matteo Lepore e dei suoi collaboratori». «La Messa è completa – spiega Taralli – comprende cioè i cinque elementi dell’”ordinarium”: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei; il “Credo” stasera non verrà eseguito, perché la liturgia del santo patrono non lo comprende, ma è stato composto. Oltre a questo, ci sono tre elementi che costituiscono un “proprium”, con parole italiane del poeta Davide Rondoni: un canto d’Offertorio, uno per la Comunione e uno per la conclusione della Messa. Essi sono ispirati al “Liber Paradisus”, il testo con il quale il Comune di Bologna nel 1259 per primo proclamò l'abolizione della schiavitù e la liberazione dei servi della gleba».

«Mi sono lasciato appassionare da questo progetto – afferma don Stefano Culiersi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano di Bologna - perché è stato capace di riavvicinare due concetti di Messa che da molto tempo sembrano non coincidere. Se infatti il mondo della musica dà a questa parola il significato di “componimento”, un sacerdote pensa invece immediatamente ad una celebrazione liturgica. Tutti coloro che hanno contribuito a questa iniziativa vogliono, invece, che questi due concetti tornino a coincidere, come era nei secoli passati». La partitura, che sarà eseguita per la prima volta in presenza del pubblico ad un mese dalla festa di san Petronio (4 ottobre), il 22 settembre scorso è stata incisa dalla storica casa discografica Tactus, che si occuperà della distribuzione dell’opera prodotta da Messa in Musica.

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