martedì 29 marzo 2011
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Dopo essere stato Vallanzasca e il Freddo della banda della Magliana per il cinema, Kim Rossi Stuart torna dalla parte della legge e interpreterà il commissario Luigi Calabresi in un film su Piazza Fontana firmato da Marco Tullio Giordana. E, c’è da scommetterci, anche in questo caso non mancheranno le polemiche. «Sarà un supercast e a maggio cominceremo le riprese» dice il produttore Riccardo Tozzi (pare che ci saranno anche Pierfrancesco Favino e Laura Chiatti). È quindi in piena fase di pre produzione il complesso progetto su Piazza Fontana, il cui titolo provvisorio è Il romanzo della strage, che si dovrebbe girare dal 16 maggio a Milano. Il regista Marco Tullio Giordana, dopo La meglio gioventù, torna ad indagare gli Anni di Piombo, lavorando alla sceneggiatura con Stefano Rulli e Sandro Petraglia, mentre partner di Cattleya sarà RaiCinema. Il film seguirà i passi di Rossi Stuart-Calabresi durante le indagini sulla strage del 12 dicembre 1969 alla Banca nazionale dell’agricoltura a Milano a lui affidate. Nell’attentato, considerato il primo atto della cosiddetta strategia della tensione, morirono 17 persone e 80 rimasero ferite. Da allora si è aperta un’inchiesta senza fine, fatta di depistaggi, di errori giudiziari, di trame oscure, di segreti di Stato dove alla fine tutti sono usciti assolti. Tantoché il progetto prevede anche un documentario: «Lo vogliamo fare perché abbiamo tanto materiale molto interessante, sia di archivio e sia realizzato per le interviste preparatorie alla sceneggiatura», aggiunge Tozzi. Il direttore della Stampa Mario Calabresi, figlio del commissario, si è opposto alla realizzazione di una fiction della Rai su suo padre: c’è un via libera invece della famiglia per questo film di Giordana? «Abbiamo scelto una linea che è pubblica e non tocca la vita privata. E questo ci fa stare tranquilli», aggiunge Tozzi. In realtà la materia è molto delicata, se si considera la misteriosa morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, fermato dopo la strage e precipitato dalla finestra dell’ufficio del commissario durante un interrogatorio in Questura, la conseguente pesante campagna mediatica contro Calabresi e il suo omicidio a Milano nel 1972 per cui sono stati condannati Leonardo Marino, Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri. «Per quanto orribile – dice il regista – bisogna cercare un senso a questa cosa terribile, cercarne una sintesi anche poetica. Raccontarlo ai giovani e potere prevedere i rischi di avere di nuovo quella stagione. Un romanzo delle stragi, con molti soggetti che hanno tentato di pilotare quella materia incandescente. Non sarà un film processuale sulle responsabilità che pure ci sono, ma su una stagione che alla fine non fu destabilizzante, ma il contrario».
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