mercoledì 2 giugno 2010
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Se ha davvero le idee chiare, questo solo Marcello Lippi può saperlo. L’impressione che ha lasciato ieri però non era questa. Perché il fatto di aspettare sino a tarda serata per comunicare la lista dei 23 giocatori da portare in Sudafrica significa che le incertezze hanno prevalso sino all’ultimo.Il ct azzurro aveva tempo sino alla mezzanotte di ieri per stilare la lista e inviarla alla Fifa, ma era ovvio pensare che i nomi dei 5 esclusi li avesse in mente da tempo. Non è stato così, e le scelte di Lippi tradiscono infatti una decisione molto sofferta. Dunque non andranno ai Mondiali Sirigu, Cossu, Cassani, Borriello e Rossi. Sono loro gli esclusi. C’è scappata la sorpresa, forse due. La più clamorosa è la presenza di Fabio Quagliarella, che da più parti veniva etichettato come “tagliato”. Come secondo attaccante, il ct ha preferito il giocatore del Napoli a Giuseppe Rossi, che probabilmente finisce per pagare una stagione senza troppi acuti in Spagna. Tutto sommato scontate le esclusioni di Sirigu e Cossu, mentre in difesa Bocchetti ha vinto il ballottaggio con Cassani. Infine, confermate le indiscrezioni che vedevano anche Borriello di ritorno a casa.La giornata di ieri invece è stata segnata da Camoranesi. Durante l’allenamento del pomeriggio, lo juventino si è sdraiato a terra per un problema al ginocchio sinistro. Uscito dal campo zoppicando, il centrocampista italo-argentino è stato portato immediatamente a Torino per un controllo strumentale, in cui gli è stata riscontrata una lieve distrazione al menisco. Intanto in Nazionale fanno parlare di sè i ragazzi dell’86. Ci sono loro, o quelli di appena qualche mese meno giovani, dietro alla generazione dei Campioni del Mondo. E hanno il volto di Claudio Marchisio. «Sì, i giovani di talento in Italia ci stanno. Personalmente, dico grazie a Calciopoli: senza, per me il treno alla Juve non sarebbe passato», dice il centrocampista che è la vera novità della nuova Italia disegnata da Lippi.«L’ho detto altre volte - spiega il 24enne azzurro al quale il ct ha ritagliato nel nuovo assetto una posizione dietro il centravanti - se non ci fosse stato quello scandalo, non sarei arrivato in prima squadra così presto, e ora non sarei qui al Mondiale. Certo, sono stato bravo a prendere il mio treno. Ma quello scandalo ha dato coraggio anche ad altri club, per immagine e per conti economici. Guardate alla Roma, al Milan, alla stessa Inter con Santon e Balotelli».Qui al Sestriere ci  sono Marchisio, Criscito e Bocchetti, classe ’86. Ma anche Bonucci e Rossi (’87), e poi Montolivo (’85) e Pazzini (’84). Una generazione pronta per il nuovo ciclo, ma costretta - fatti salvi i tagli di queste ore - a dare il meglio già subito in Sudafrica, dopo aver vissuto la notte del 9 Berlino 2006 sulle spiagge come qualsiasi tifoso. «Io ero al mare ad Alassio - racconta Marchisio - Ricordo che la gente si accaniva contro il televisore del ristorante, quando Zidane diede la sua testata. Poi tutti in strada. E chi lo immaginava, che dopo quattro anni....Ora al 14 giugno, all’ingresso nello stadio di Cape Town con il pubblico del Mondiale, penso spesso: la sera qui in ritiro ce ne è, di tempo, e uno si fa tutti i film».Non ha però paure, Marchisio, neanche quando la sua posizione è paragonata a quella di Sneijder: «Un 10 non sono di certo, e con l’olandese ho caratteristiche del tutto diverse - ricorda - Penso lo prenderà Pirlo, e poi sono soltanto numeri. Perciò nessun timore. Semmai assomiglio al Perrotta 2006: devo inserirmi e coprire. Mi adatto, a centrocampo ho giocato in tutti i ruoli, anche ala sinistra».
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