lunedì 3 gennaio 2011
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Si dice che «ogni promessa è debito». Noi di Avvenire siamo contenti che di questo sia profondamente convinto Gianfranco Ravasi, perché altrimenti il cardinale presidente del Pontificio Consiglio della cultura non tornerebbe, oggi, ad affacciarsi per il Mattutino dalla "finestra" subito accanto alla nostra testata. Gli siamo grati per aver onorato l’impegno che si fece strappare tre anni fa e per aver deciso di rifarsi – per un po’ – compagno di strada nostro e dei lettori di questo quotidiano, che continua a parlare a tutti unendo alla sua limpida ispirazione cattolica un’altrettanto limpida volontà di dare conto della complessità della vita della nostra comunità nazionale e del mondo.Gli siamo grati, così come lo siamo ad Antonia Arslan per averci regalato, negli ultimi tre mesi del 2010, le sue coivolgenti e deliziose Piccole storie. Da lei è venuto il prezioso suggello di un percorso a tappe che ha scandito i giorni dell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle in modo sempre sorprendente e ricco, grazie anche alle belle penne e ai diversi timbri di Ferruccio Parazzoli (I giorni della vita), di Giovanni D’Alessandro (Specchio di Parole) e di Salvatore Mannuzzu (Lettere a una monaca).Oggi ricomincia a parlare da questa pagina una voce ben conosciuta e amata. È una bella notizia e un felice ritrovarsi.
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