martedì 29 novembre 2022
Il giorno dopo le dimissioni dell'ex presidente bianconero e del cda, la "nuova" società, guidata dal cugino John, è già all'opera: Scanavino dg e Ferrero presidente
Juventus, dagli Agnelli passa agli Elkann

Reuters

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Come si fa a non credere che il calcio sia una metafora della vita? Andrea Agnelli il giorno prima delle dimissioni da presidente della Juventus era a una tavola rotonda a disquisire del futuro del calcio italiano e dell’importanza delle seconde squadre. Ultimo atto dei suoi 12 anni al timone del club bianconero infatti è stato aprire l’Allianz Stadium ai 28mila tifosi, record di presenze per una gara di serie C, che hanno potuto assistere, gratis, alla gara della Juventus Next Gen (la seconda squadra juventina) che ha pareggiato contro il Mantova. Il giorno dopo, come una partita che cambia risultato nei minuti di recupero, ecco l’addio improvviso e spiazzante che pone fine a un’era trionfale in Italia, con l’unico cruccio di due finali di Champions perse.

Via dunque Andrea Agnelli, con il suo fido scudiero boemo Pavel Nedved e tutta la vecchia corte dei miracoli, il suo cda. Se ne va il Presidente tifoso che in 12 anni ha preso una Vecchia Signora ancora barcollante per il colpo inflittogli da Calciopoli – storica retrocessione in serie B nell’anno del Mondiale azzurro, 2006 – e l’ha riportata a una nuova giovinezza, frutto di 19 titoli vinti sul campo.

Juve padrona d’ella Serie A, che con il suo decisionismo a volte un po’ fanciullesco e viziato, Andrea Agnelli aveva ricollocato la Juve al centro del villaggio calcistico internazionale. Ma nel tentativo di ricostruire il vecchio “stile Juve” il figlio di Umberto Agnelli, nipote dell’Avvocato Gianni, ha messo pesantemente a rischio le casse della società e scalfito nuovamente l’immagine di un club glorioso su cui incombono le ombre della giustizia ordinaria. Quella sportiva ha archiviato le plusvalenze esercitate su 42 operazioni di mercato. Quella ordinaria, segue invece l’inchiesta della Procura di Torino Nell’operazione Prisma Andrea Agnelli, Nedved, l’attuale ad Maurizio Arrivabene, e il responsabile dell’area finanza della Juventus Stefano Cerrato e tre ex dirigenti bianconeri (Marco Re, Fabio Paratici e Stefano Bertola) sono accusati di false comunicazioni delle società quotate (la Juventus è società quotata in Borsa) ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Accuse ancora più pesanti del passivo dell’ultimo bilancio della società che ha presentato un rosso di 254,3 milioni di euro.

Alla nuova Juventus, a quell’altra ombra che da tempo si sta muovendo dietro le quinte, in attesa del passo d’addio di Andrea Agnelli, certi numeri e certi cortigiani del vecchio regime non piacciono e vanno subito messi alla porta. I nostalgici, i difensori della tradizione nobiliare bianconera fanno notare che nel 2023 si celebrerà il centenario della dinastia: il nonno di Andrea, Edoardo Agnelli, prese le redini della Juventus nel 1923.

E un secolo dopo il nuovo signore bianconero sarà sempre un rampollo di casa Agnelli, ma con cognome straniero, di ceppo ebraico americano, in quanto nato a New York, nel 1976. Stiamo parlando di John Elkann, cugino di Andrea, figlio di Margherita Agnelli (unica figlia rimasta dell’Avvocato), amministratore delegato di Exor che nella notte del valzer degli addii ha subito fatto la prima mossa e piazzato nella casa bianconera, rimasta desolatamente vuota, un suo uomo di fiducia, che poco ha a che vedere con il calcio. Si tratta di Maurizio Scanavino, amministratore delegato e Direttore Generale di Gedi che arriva dal mondo dell’editoria.

Ansa

«È Maurizio Scanavino, che ha dimostrato solide capacità manageriali in tutte le società dove ha lavorato, metterà a frutto l’esperienza maturata soprattutto in ambito media e digitale per accelerare lo sviluppo della Juventus, uno dei brand più forti al mondo», questo l’intro di John Elkann al suo primo pezzo messo sulla scacchiere bianconero. Il secondo è un commercialista, Gianluca Ferrero, travasato direttamente dalla Exor. Ferrero (da non confondere con il “Viperetta” ex patron doriano) è già presidente della holding finanziaria olandese controllata dalla famiglia Agnelli.

La nuova Juve ha chiesto cortesemente all’ad Maurizio Arrivabene di rimanere in questa delicata fase di transizione, ma non è escluso che, presto, all’ex direttore della Ferrari potrebbe subentrare addirittura una giovane signora: Suzanne Heywood, inglese di Sauthampton, grande amica di lord John che attualmente ricopre il ruolo di ad in Iveco Cnh, oltre che membro del Cda Exor. La Exor di fatto resta fuori solo dall comparto tecnico, dove John, da tifoso sa che la squadra in questo momento è l’unico bene certo e prezioso da salvaguardare, e perciò confermato l’uomo del mercato, l’ex delfino di Beppe Marotta, Federico Cherubini. Nello zatterone bianconero Cherubini continuerà a navigare assieme a un lupo di mare come il livornese Max Allegri, l’allenatore della Juve in fase di rimonta prima dello stop Mondiale che è già al lavoro per la ripresa di gennaio. I tifosi sono un po’ choccati, ma tutti sono concordi: «Qualsiasi cosa accada, non è il 2006». Gli eventuali responsabili delle grane bianconere sono usciti di scena e adesso comincia una nuova era, in cui la Juve di fatto è sempre degli Agnelli, pur se sotto l’egida degli Elkann.

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