giovedì 19 agosto 2021
L'opera di Mascagni originale e riletta da Menicagli alla rassegna che da oltre 20 anni unisce l’Italia dalla Toscana alla Sicilia valorizzando siti archeologici e monumentali con spettacoli dal vivo
“Teatri di pietra”, cattedrali musicali a Taormina con la “Cavalleria”
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«La pietra si fa statua, musica e poesia»: così recita il brano di Riccardo Cocciante, Il tempo delle cattedrali, che fa da colonna sonora a Notre Dame de Paris. L’idea della musica e della poesia, ma anche della cattedrale, viene in mente al pensiero dei “Teatri di pietra”, la rete che da oltre vent’anni unisce l’Italia dalla Toscana alla Sicilia valorizzando i siti archeologici e monumentali con spettacoli dal vivo. E cosa sono i teatri di pietra, da Volterra a Taormina, se non cattedrali di cultura che dopo un paio di millenni tornano a trasmettere l’emozione della musica e della poesia? L'hanno verificato i fortunati spettatori che nella stupenda cornice dell’antico teatro greco della città siciliana con sullo sfondo il mare Ionio hanno assistito alla celeberrima Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni seguita da Cavalleria’s sequel - Dodici anni dopo , ovvero la novità assoluta dell’edizione 2021 del “Festival lirico dei Teatri di pietra”, che da luglio a settembre si svolge in alcuni dei luoghi più belli della Sicilia con una programmazione artistica prestigiosa che vede la partecipazione di star del panorama lirico nazionale e internazionale impegnate in melodrammi, concerti e recital.

Cavalleria rusticana, dunque, con protagonisti il mezzosoprano Patrizia Patelmo (Santuzza) e il tenore Piero Giuliacci ( Turiddu) accompagnati dall’Orchestra filarmonica della Calabria diretta da Filippo Arlia, da quest’anno direttore stabile del Festival, considerato dalla critica internazionale uno dei più brillanti e versatili musicisti italiani della sua generazione (giovanissimo, classe 1989), che ha già diretto orchestre in trenta Paesi nel mondo ed è professore onorario di due Conservatori di Stato in Russia. Cavalleria’s sequel sarà invece affidata alla bacchetta del suo stesso compositore, Mario Menicagli, che la proporrà con la regia di Pier Francesco Maestrini in forma scenica completa in coproduzione con il Teatro Astra di Gozo, in quel di Malta (sarà per questo presente domani sera a Taormina il ministro maltese della cultura).

Il sequel di Cavalleria rusticana , che sarà rappresentato anche il 27 agosto al Teatro greco di Siracusa, ci proietta a Vizzini una dozzina di anni dopo le tragiche vicende rusticane con un finale questa volta allegro e festoso in sintonia con il tema dell’incontro (quel contatto che ci è stato negato a causa della pandemia, ma di cui tutti abbiamo bisogno) che fa da fil rouge a questa edizione del “Festival lirico dei Teatri di pietra” che, a giudizio di Francesco Costa, uno degli organizzatori nonché direttore del Coro lirico siciliano, sta andando molto bene nonostante i limiti imposti dall’emergenza sanitaria che obbliga gli spettatori al Green pass benché tutti gli spettacoli siano ovviamente all’aperto.

Costa si dice molto soddisfatto anche per un’altra delle novità del Festival: la contaminazione tra pop e lirica con le bellissime canzoni di Franco Battiato per un omaggio al cantautore siciliano nel corso di una suggestiva serata al Teatro greco di Tindari. Tra i tanti omaggi (da Giuseppe Di Stefano ad Astor Piazzolla, Giuseppe Sinopoli ed Ennio Morricone) uno sarà dedicato anche a Dante Alighieri in occasione del settimo centenario della morte con la prima esecuzione mondiale, il 29 agosto a Taormina, del brano E la bella Trinacria, composto da Marco Frisina (già autore dell’opera La Divina Commedia) sulle parole che il Sommo poeta dedica alla Sicilia nell’VIII canto del Paradiso.

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