sabato 30 marzo 2024
Il gruppo dedica il tour 2024 all’album “Murales” che li lanciò nel 1991 con “Spunta la luna dal monte”. «L’originale “Disamparados” parlava di povertà, Bertoli ha aggiunto la speranza»
Il gruppo dei Tazenda riproporrà nel tour 2024 tutti brani dell’album “Murales” del 1991

Il gruppo dei Tazenda riproporrà nel tour 2024 tutti brani dell’album “Murales” del 1991 - Foto di Micol May

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Gigi Camedda e Gino Marielli, fondatori della band insieme al compianto Andrea Parodi, raccontano: «Teniamo vivo un repertorio ricco di temi sociali» Il gruppo dedica il tour 2024 all’album “Murales” che li lanciò nel 1991 con “Spunta la luna dal monte”. «L’originale “Disamparados” parlava di povertà, Bertoli ha aggiunto la speranza» Un tour acustico in trio nei teatri appena partito con grande successo e un tour estivo con una superband dedicato al loro secondo disco, Murales del 1991. I Tazenda sono più vivi che mai e portano avanti con orgoglio un repertorio di oltre 100 brani resi celebri dalla voce del compianto frontman Andrea Parodi. Questa del trio in acustico, che vede sul palco gli storici fondatori del gruppo Gigi Camedda al piano e Gino Marielli, autore di quasi tutti i brani più iconici del gruppo sardo, assieme al nuovo frontman Nicola Nite alle chitarre ad accompagnare le loro tre voci, è una formula nuova per i Tazenda. «Ma il felice risultato di questa formazione più teatrale che ci permette un contatto diretto con il pubblico, una speciale circolazione della musica attraverso i capisaldi della nostra storia musicale, ci sembrava un’opportunità da salvare» spiegano i Tazenda ad Avvenire. «Tre microfoni, due chitarre acustiche e un pianoforte. Questa è la formula che ci avvicina di più alla gente. Quando siamo ispirati, si vola, ci si commuove, si apre il cuore e si canta. È sempre una celebrazione collettiva della sardità, anche per i non sardi».

Il tour acustico farà tappa il primo aprile, lunedì di Pasquetta, a Porto Torres con Rezophonic. Il tour 2024 dei Tazenda, nella sua formazione con la band completa di 7 elementi, prenderà il via il 20 aprile a Ossi in Sardegna e sarà dedicato a ricordare Murales, l’album che li ha lanciati, dopo il noto Sanremo 1991 al quale parteciparono con Pierangelo Bertoli con Spunta la luna dal monte (versione in italiano della loro Disamparados). Con loro la lingua sarda debuttava a Sanremo per conquistare tutta l’Italia, una vera rivoluzione culturale. «E’ la forza delle canzoni – ci spiegano -. Anche noi amavamo i Beatles senza capire cosa dicessero. E’ nato tutto per caso. Noi inizialmente volevamo fare il rock in inglese, abbiamo registrato il primo provino così, ma siccome avevamo finito i soldi per pagare lo studio di registrazione, il proprietario ce lo lasciò a patto che gli registrassimo un nastro di canzoni sarde. Andrea Parodi poi si presentò alla Ricordi alla allora direttrice musicale Mara Maionchi con il provino in inglese, lei chiese se avesse dell’altro e lui le fece ascoltare il nostro brano in sardo No poto reposare. Mara ci disse: “Adesso voi tornate in studio e rifate tutto in questo modo qui, mescolando gli U2 alla lingua sarda”. Così nacque il nostro primo album Tazenda nel 1988». Tre anni dopo arrivò la possibilità di andare a Sanremo in duetto con Bertoli. «Le chitarre elettriche distorte stanno molto bene con le launeddas e con l’atavico canto a Tenores – ci spiegano i Tazenda -. Il nostro brano originale Disamparados parlava di povertà e dei senzatetto, un tema ancora molto attuale. Bertoli vi aggiunse nella sua parte in italiano con la luce della speranza rappresentata dalla luna». Fu un anno ricco di riconoscimenti: a partire dalla Targa Tenco per Disamparados, mentre l’album Murales che lo conteneva ha venduto più di 200.000 copie e con alcune canzoni come Mamoiada, Nanneddu meu (tratta dalla poesia A Nanni Sulis di Peppino Mereu) e la stessa Disamparados che ha portato ai Tazenda il Premio Tenco per la Migliore canzone in dialetto e la vittoria al Cantagiro con il Disco d'Oro.

Un album dove folk, rock progressivo, canzone cantautorale, melodia ci raccontano molto della loro terra e non solo. «Le problematiche la Sardegna ce le ha tutte e le potenzialità ancora di più – raccontano -. Abbiamo il mare più bello del mondo, l’archeologia, la natura, ma a noi manca tutto, soprattutto la sanità è un disastro, per non parlare dei trasporti e delle infrastrutture. E i ragazzi sardi che hanno qualche iniziativa se ne vanno. Ci vorrebbero persone che ci governano con onestà e voglia di fare crescere la Sardegna. Ma siamo speranzosi ». «Il murales da sempre ha un potente ruolo di denuncia sociale, quando gli artisti non possono parlare esprimono la loro protesta sui muri – spiegano i Tazenda - Murales è il nostro manifesto perfetto ancora oggi». E il gruppo di Sassari nelle sue canzoni, ha sempre affrontato tutto, dai temi dell’ecologia a quelli delle ingiustizie e delle guerre, dalla pena di morte alle diseguaglianze, oltre a trattare l’amore con delicata poesia. «Nel concerto ripercorreremo in maniera filologica l’album Murales così com’è dall’inizio alla fine – raccontano i due fondatori e autori della band -. Dalla denuncia delle faide per vendetta familiare che insanguinano la Sardegna ( Mamojada) ai diseredati che cercano cibo negli immondezzai ( Disamparados), nello sguardo della luna che ci indica una fioca luce nella tenebra di certa umanità ( Spunta la luna dal Monte), dalle leggende spaventose che si raccontano ai bambini per dormire ( Sa mama 'e su Sole) alla nostra infanzia libera nelle campagne della nostra terra ( Niunu intende) ». Non manca un desiderio di spiritualità che anela al bello e al buono ( Un alenu 'e Sole) e la tristezza in cui la perdita di un amore può avvolgerci in un giorno speciale come il Natale ( Bon Nadale).

La seconda parte del concerto sarà dedicata a ripercorrere alcuni degli altri grandi successi di questa band: Cuore e vento, Domo mia, Pitzinnos in sa gherra, Carrasecare. Ma anche alcune tracce del nuovo corso con la voce di Nicola Nite: Amore nou, Dentro le parole. Salutando il loro amico Andrea Parodi con l’indimenticabile No poto reposare. «Andrea era un grande leader, aveva una gran voce e una gran faccia che bucava lo schermo - ricordano con affetto -. Dava voce e personalità ai brani che noi preparavamo, ma vi assicuriamo che il motore e il cuore dei Tazenda resta lo stesso da allora». Nuovi album in vista? «Materiale ne abbiamo, ma fare un disco col mercato attuale vuol dire quasi buttarlo via. Stiamo pensando a un bel singolo da lanciare bene, a Sanremo sarebbe il massimo. Quindi aspettiamo un po’. Siamo anche aperti a sperimentare i suoni di oggi a favore dei giovani, ma senza snaturarci».

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