sabato 10 ottobre 2015
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Nei pellegrinaggi in Terra Santa è spesso una tappa di diversi gruppi interessati a conoscere le comunità cristiane del Medio oriente. Taybeh: in tutto Israele e nei Territori palestinesi è questo il solo agglomerato cittadino rimasto totalmente cristiano. Situato a circa trenta chilometri a nord di Gerusalemme, poco distante dalla capitale amministrativa palestinese, Ramallah, Taybeh vanta appunto questo primato, essere l’ultimo paese 100% cristiano.  Un record, però, ambivalente: se da un lato i suoi 1.300 abitanti ne vanno giustamente fieri, dall’altro dimostra la precaria situazione dei cristiani nella terra natale di Gesù, ormai ridotti a una sparuta minoranza. Biblicamente Taybeh è l’antica Efraim, cittadina situata in Samaria, il luogo in cui Gesù si rifugiò nei giorni precedenti alla sua passione. Lo studioso Jean Aulagnier, nel suo testo  Au jour le jour avec Jésus,  ha ricostruito che il Nazareno lasciò Gerusalemme il 2 febbraio dell’anno 30, per poi abbandonare quel rifugio il 18 marzo: 6 settimane di 'ritiro' in territorio straniero per affrontare gli scogli decisivi della sua ultima ascesa nella città del Tempio. 

È un incrocio di storia e di tradizione, Taybeh, come raccontano due giornalisti, l’olandese Falk van Gaver e il palestinese Kassam Maaddi, nel loro recente testo  Taybeh. Dernier village chrétien de Palestine (Rocher), da poco pubblicato in Francia (a breve sarà tradotto anche in inglese). Qui si possono ammirare le rovine di un’antichissima chiesa dedicata a San Giorgio e a Elia, risalente al IV secolo. Poco lontana la tradizione ha additato esserci una caverna dove il profeta biblico si riposò durante un viaggio a Gerico. Incrocio di tradizioni, si diceva, l’antica Efraim: tale grotta è considerata luogo santo sia da cristiani che da islamici; a Taybeh convivono tre chiese (cattolica latina, cattolica melkita, ortodossa) e alcune celebrazioni vengono realizzate insieme. Nel 1889 e nel 1898 sostò qui, per vari giorni, il beato Charles de Foucauld durante i suoi viaggi in Terra Santa alla ricerca del volto 'quotidiano' di Cristo. Nel 1962 padre René Voillaume, fondatore dei Piccoli fratelli di Gesù, la congregazione che si ispira alla spiritualità di Charles de Foucauld, portò una cinquantina di membri del suo istituto per un ritiro di un mese proprio in questa località. E, altro particolare, sono stati numerosi i preti italiani parroci in questa enclave cristiana a metà tra ebraismo e islam: don Chiariglione, don Piccardo, don Bressolin, colui che ha fatto costruire la chiesa più recente, nel 1971. Si parlava poc’anzi del carattere emblematico di questo piccolo villaggio: 1300 anime, ma sono ben 8000 i cittadini di Taybeh che attualmente vivono all’estero, dove hanno cercato una vita e un futuro migliore per sé e i propri figli. Segno eloquente di un’emorragia di abitanti che incide sul presente e sul futuro di questa comunità. Taybeh vanta poi una curiosità davvero singolare: è sede dell’unica festa della birra di tutto Israele. Il tutto nasce quando nel 1994 i fratelli Khoury, appunto originari di Taybeh, ritornano nella loro città dagli Stati Uniti e vi fondano una birreria intitolata alla loro città: un prodotto bio, di gran successo, e che ha dato avvio (dal 2000, si tiene ancor oggi) all’unica festa dedicata alla 'bionda' alcolica della Terra santa. Ogni anno sono migliaia le persone - arabi, israeliani, cristiani, musulmani ed ebrei, stranieri di ogni dove, cooperanti e immigrati - che si ritrovano insieme, dimenticando con un sorso di birra (magari analcolica) divisioni religiose, tensioni geopolitiche, differenze etniche.

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