sabato 13 dicembre 2014
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Magia nel movimento, abbraccio, gioco di sguardi. E ancora sequenza di passi, armonia nei corpi, mero ensemble di emozioni. Ma soprattutto esperienza culturale. Difficile dare una definizione di tango, quel che è certo è che il tango oggi fa parlare di sé anche per le sue peculiarità sociali e terapeutiche. La tangoterapia sarebbe utile nella prevenzione cardiovascolare e del sovrappeso, e in molteplici disturbi osteoarticolari e posturali. Favorisce l’esercizio di memoria, e legami relazionali più improntati alla fiducia e sicurezza. Migliora l’approccio alle malattie psicosomatiche, stati d’ansia, situazioni di crisi, fobie, attacchi di panico, disturbi di relazione con il proprio corpo, o di espressione verbale. «Paola Perruccio e Tommaso Battaglia della TangOn di Bari – dichiara Antonella Spigonardo dell'Associazione Parkinson Puglia Onlus – ci hanno regalato uno splendido percorso che è servito a malati e a chi se ne prende cura dal punto di visto emotivo-psicologico con ripercussioni positive sul movimento. A cinque anni dalla nostra nascita stiamo finalmente per realizzare uno dei nostri sogni: il centro diurno. Un posto dove poter realizzare con autonomia e continuità, attività utili ai malati e ai loro familiari; tra queste è previsto un corso di tangoterapia a diversi livelli».  «La tangoterapia – spiega Anna Costantini, direttore Uod Psiconcologia all’Azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma e presidente della Società italiana di Psico-oncologia – è una psicoterapia a mediazione corporea che utilizza il metodo del professor Federico Trossero, psichiatra argentino di formazione psicoanalitica, ballerino di tango. Dal 2011 abbiamo introdotto al Sant’Andrea questo approccio clinico con laboratori per pazienti oncologici e corsi di formazione per psicoterapeuti e assistenti in tangoterapia. L’esperienza pilota ha ottenuto un livello alto di soddisfazione e di beneficio. La tangoterapia non è solo indirizzata al recupero del piacere derivato dal corpo – corpo spesso mortificato dalla malattia o mutilato parzialmente –, ma anche alla riattivazione di emozioni vitali, all’elaborazione di tematiche di perdita e al recupero di energie positive da reinvestire in progettualità esistenziale. Il tango, scrive Trossero, è un abbraccio che si balla, la sua musica evoca emozioni profonde, costanti nella storia dell’uomo, gioia, rabbia, tristezza, amore. La tangoterapia è avventura di separazione e ricongiungimento, di gioco e scambio, di connessione e consapevolezza, che può mobilitare energie preziose mentali e fisiche nel processo di riabilitazione dopo una malattia seria. Entro marzo 2015 presenteremo un grande progetto riabilitativo per pazienti oncologici dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. È anche in programma il quarto corso base di tangoterapia, un corso avanzato, ed una conferenza sul tema. Speriamo di stabilire una continuità clinica e di presentarla in altre regioni». In Puglia, grazie all’infermiera Tiziana Addante che ha frequentato il corso a Roma e candidato un progetto, anche l’Istituto tumori Giovanni Paolo II Irccs Bari potrebbe dare il via a questo approccio integrato sui pazienti.
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