venerdì 23 gennaio 2015
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Super Terre e pianeti giganti, come Urano e Nettuno, sono stati ricostruiti in laboratorio grazie a test basati sui laser. Descritto su Science, l'esperimento è stato condotto negli Stati Uniti dal gruppo coordinato da Marius Millot del Lawrence Livermore National Laboratory (Llnl) e potrà aiutare anche a comprendere meglio come si è formata la Terra e come è nata la vita. L'esperimento ha riprodotto le condizioni che si trovano nel cuore di questi corpi celesti e le pressioni che pianeti come la Terra sperimentano durante la loro formazione, quando si scontrano violentemente con altri piccoli oggetti del sistema planetario. I ricercatori hanno compresso, grazie al laser, un campione di silice molto densa, il costituente fondamentale delle rocce, simulando pressioni e temperature estreme sperimentate dal cuore dei pianeti durante la loro formazione. In particolare sono state riprodotte le condizioni di fusione della silice a 5 milioni di atmosfere, una pressione paragonabile a quella al confine tra nucleo e mantello nelle super Terre (che hanno la massa pari a 5 masse terrestri). Questa è anche la pressione che hanno sperimentato i pianeti del nostro sistema durante gli impatti che hanno caratterizzato le fasi finali della loro formazione. "Quanto calore le rocce possono sostenere prima di fondere sotto pressione - rileva Millot è la chiave per determinare struttura interna ed evoluzione di un pianeta e ora siamo in grado di eseguire queste misure direttamente in laboratorio". I dati indicano che il mantello di silicati e il nucleo di metallo delle super Terre hanno temperature di fusione superiori a 3-5 milioni di atmosfere, suggerendo che i grandi pianeti rocciosi possono avere vasti oceani di magma in profondità. La conducibilità elettrica osservata nella silice liquida durante l'esperimento potrebbe anche aiutare a esplorare come si generano i campi magnetici dei pianeti in questo strato di magma.
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