martedì 16 gennaio 2024
Da giovedì a lunedì il torneo nell’inedito formato a quattro: ma i milioni dei sauditi giustificano calendari intasati e ballerini? Molti club ora ci pensano
Il Real Madrid ha vinto domenica la Supercoppa di Spagna giocata nello stadio Al-Awwal Park Stadium di Riyadh

Il Real Madrid ha vinto domenica la Supercoppa di Spagna giocata nello stadio Al-Awwal Park Stadium di Riyadh - Ansa

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La merce più preziosa in questa fase del calcio mondiale è rappresentata dalle finestre del calendario: Fifa, Uefa e Leghe sono intente a occupare ogni minima fessura. Ogni trofeo nuovo o ampliato deve fare a spallate con quelli già esistenti. I prossimi giorni forniranno una dimostrazione chiarissima con la prima Supercoppa italiana in final four, disputata in Arabia Saudita dietro compenso di 23 milioni a edizione: semifinali Napoli-Fiorentina giovedì e Inter-Lazio venerdì, finale lunedì. Sempre allo stadio dell’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo.

Per consentire questa novità è stato necessario stravolgere la prossima giornata di campionato con i rinvii delle partite delle quattro partecipanti. Potrebbe risentirne la lotta scudetto con il possibile sorpasso della Juventus che, in caso di vittorie con Sassuolo e Lecce, scavalcherebbe l’Inter capolista costretta a spostare alla fine di febbraio la sfida casalinga con l’Atalanta. Simone Inzaghi abbozza limitandosi a dire che si tratta di «una novità».

Maurizio Sarri, invece, carica: «Questo è tutto tranne che sport. Prendi soldi e scappa. Prendiamo tutto quello che si può prendere in maniera miope. Andiamo a elemosinare soldi in giro per il mondo. Se il calcio moderno è in questo tipo di evoluzione, sono contento di essere vecchio». Curiosamente il tecnico più polemico guida la squadra col proprietario più convinto. Claudio Lotito, infatti, non ha mai avanzato dubbi sulla trasferta in Arabia Saudita con formula allargata. D’altronde il senatore di Forza Italia è il più attivo dei presidenti nei corridoi della Lega Serie A. Gli altri a turno hanno avanzato perplessità. Aurelio De Laurentiis ha addirittura minacciato di non far andare il Napoli di fronte alle ripetute richieste di spostamento di date provenienti dagli organizzatori sauditi. Sono emerse titubanze anche da parte della Fiorentina. Da ultima l’Inter è sembrata infastidita dagli ondeggiamenti di programma dei sauditi, fonte di possibili conseguenze negative in un momento così delicato della stagione con la lotta scudetto nel vivo e gli ottavi di Champions League alle porte. Dal club nerazzurro filtra anche una considerazione ovvia, legata alla quasi totale impossibilità di replicare la final four nelle prossime stagioni, visto che partirà la Champions League allargata a 36 squadre con il nuovo maxi-girone da otto giornate, anziché le sei attuali. Gli ultimi due turni si disputeranno a gennaio, comprimendo ulteriormente gli slot.

Non a caso alcune grandi si sarebbero riservate il diritto di poter tornare alla formula con sfida secca per assegnare la Supercoppa italiana, con partita a metà settimana senza l’esigenza di modificare il calendario del campionato. Quindi questa potrebbe essere la prima e ultima volta della Supercoppa italiana a quattro. Con questi ragionamenti si entra nel risiko internazionale. La Uefa ingigantendo la Champions League, per rispondere alle idee di Superlega, ha messo in difficoltà la Fifa alimentando un dibattito sull’opportunità di unificare le pause per le Nazionali sistemando più partite in ogni sosta. A sua volta la Fifa si è impossessata delle settimane a cavallo tra giugno e luglio lanciando il nuovo Mondiale per club a 32 squadra al via negli Stati Uniti nel 2025. Una pioggia si soldi per i partecipanti: almeno 50-60 milioni a edizione. In Serie A per ora solo l’Inter è sicura di esserci. La seconda uscirà tra Juventus, Napoli e Lazio (toccherà ai bianconeri se Campioni d’Italia e biancocelesti non faranno troppa strada nell’attuale Champions).

Basterebbe a intasare, se non fosse che la Fifa secondo indiscrezioni avrebbe addirittura intenzione di arrivare a una cadenza biennale, anziché quadriennale come previsto inizialmente, andando a occupare ogni fine primavera e inizio estate negli anni senza Europei, Coppa America e Mondiale per nazionali. A quel punto i calciatori di vertice non si fermerebbero quasi mai, con tutto quello che ne consegue a livello di preparazione estiva e quindi prevenzione degli infortuni. E questi sono discorsi sportivi che non chiamano in causa questioni ben più rilevanti, come il rispetto dei diritti umani. I fautori dell’esportazione dei grandi eventi sportivi in Paesi non propriamente democratici sostengono che questo connubio favorisce il miglioramento anche in questo campo.

Non succede mai, ma viene continuamente ripetuto. Non più tardi di tre settimane fa la Supercoppa turca, in programma a Riad, è stata cancellata perché le autorità saudite non hanno autorizzato la presenza allo stadio di magliette e striscioni inneggianti a Mustafa Kemal Ataturk, il presidente che ha modernizzato la Turchia con una grande svolta laica dal 1923 al 1938. Alla faccia del cammino dell’Arabia Saudita verso il futuro. È ancora un problema parlare di un leader politico innovatore di un secolo fa.

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