mercoledì 15 febbraio 2012
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​«Si, le farfalle volano ancora nello stomaco quando stai per scoprire se vincerai o meno l’Oscar. Dopo trentacinque anni di carriera l’emozione è la stessa». Dopo un Golden Globe e un Bafta (l’oscar inglese), e prima di stringere quasi certamente l’Academy Award per il ruolo della Thatcher in The Iron Lady, Meryl Streep scalda il cuore dei festivalieri a Berlino, dove ha ricevuto l’orso d’Oro alla Carriera. Dolcissima e spiritosa, allegra e generosa, la Streep ha incontrato ieri i giornalisti, accolta da un’autentica ovazione, ricevendo in regalo fiori per San Valentino e persino una matriosca con il suo volto (e gli abiti dei diversi personaggi da lei interpretati) da un giornalista russo. E così la conferenza stampa si è trasformata in una festa ricca di tanti spunti di riflessione. «Sapete, è difficile in questi giorni essere nella mia posizione: molti mi dicono che vincerò sicuramente l’Oscar, altri pensano che invece non ce la farò. È strano: fai un film sperando soprattutto che la gente vada a vederlo e poi ti ritrovi come catapultato in una partita del Superbowl. Terribile!». E ancora: «Sono cresciuta in una cittadina del New Jersey che contava non più di 5mila abitanti e non mi sarei mai immaginata questa carriera. Credetemi, non riesco ancora a crederci. È un mestiere difficile quello dell’attore, non hai un vero e proprio obiettivo. Ogni volta devi rimetterti in cerca di un progetto al quale dedicare le tue energie, una sceneggiatura dove riconoscere le stesse note che suonano dentro di te. Eccitante e spaventoso al tempo stesso».Eppure la Streep non nasconde le zone d’ombra che si nascondono dietro la carriera di una star hollywoodiana. «Sono molto grata per quello che la vita mi ha dato, ma sapete, mi perdo molte cose. Per esempio qui a Berlino ci sono tanti musei che mi piacerebbe visitare, ma non potrò andarci. Se lo facessi mi fermerebbero tutti. A volte è anche difficile in famiglia: quando sei disoccupata resti a casa  proprio nei momenti in cui i figli non ti vorrebbero intorno». Margaret Thatcher non è certo l’unica lady di ferro interpretata dall’attrice che di donne forti ne ha collezionate parecchie nella sua carriera. «In realtà amo diversi tipi di personaggi, soprattutto quelli divertenti. Mi interessano però le donne complicate, quelle da tradurre al pubblico. Ho sempre condiviso qualcosa con i miei personaggi, persino con la Thatcher. Negli anni Ottanta avevo una pessima opinione di lei, la consideravo un’amica di Regan, pensavo che avesse vestiti orrendi e una bruttissima pettinatura. Oggi qualcuno penserà la stessa cosa di me. Ma lavorando al film ho scoperto molte cose sorprendenti su di lei. Non sono poche le cose apprezzabili della sua carriera politica che ha aperto le porte del potere alle donne. Certo, è stata autoritaria e arrogante, ma anche molto coraggiosa».
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