venerdì 10 gennaio 2014
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Forse High hopes, nuovo album di Bruce Springsteen in uscita il 14, composto di riletture di se stesso, cover di giovani band e brani rimasti fuori da lavori precedenti, non rimarrà nella storia. Però, come sempre col Boss, si rivela necessario per l’oggi. Giacché Springsteen non abdica neppure stavolta alla propria esigenza di calarsi nei panni dell’uomo qualunque per cantare come stiamo. E soprattutto come possiamo risalire la corrente. Il filo rosso di High hopes, ovvero grandi aspettative (perché nell’uomo c’è sempre la potenzialità di riscattare dolore e paura), è l’11 settembre. E per forza, giacché viene inteso come culmine della tragedia della contemporaneità, ferita inferta dall’uomo all’uomo che ha dato la stura a rigurgiti razzisti e guerrafondai e ad una crisi etica, vera causa della crisi a 360° che sta incattivendo il mondo. Ben quattro brani del Cd provengono infatti da sessioni di The Rising, apice della carriera del Boss, canto dell’11 settembre pochi mesi dopo: fra essi Harry’s Place, che narra il degrado urbano fra violenza e droga, e Down In The Hole, che segnala il contrasto fra il giornalismo del dolore e la ben altrimenti tragica realtà delle strade. Ma il centro del disco non sta qui, nelle denuncie spicciole, nelle riflessioni sulla musica delle canzoni. Anche perché, se anche High Hopes non tocca certi vertici del passato specie per l’assenza sempre più pesante dei fidi Clarence Clemons e Danny Federici (che risalta nel momento in cui si sentono ancora suonare in brani di ieri), e soprattutto per la scelta di ammiccare ai giovani fra combat rock, distorsioni, elettronica (con l’apporto del chitarrista Tom Morello in una E-Street Band che non pareva sensato toccare), non è la canzone "normale" il fulcro di High Hopes. È la riflessione: di uno Springsteen 65enne che non guarda più a crisi e tragedie restando avvinto alle rabbie dell’attualità, come aveva fatto nel 2012 anche nell’ispido e politico (in senso stretto) Wrecking Ball.Il Boss oggi alza il tiro, recupera appunto l’11 settembre e la crisi ad esso seguita come cancri dell’anima del mondo, e ne canta il riscatto facendo politica in senso alto. Nonché ricentrando tutto sui valori, quelli cristiani in primis. Così dal 2001 spunta soprattutto l’Arca di Noè della salvezza di Hunter Of Invisible Game, solo in apparenza dedicato a un tu d’amore. «Prego per te, che tu non cada quando l’ora della salvezza arriverà per tutti noi». E poi un gospel, Heaven’s Well, che ricupera Giona e la Terra Promessa come risposta spirituale al dolore («Venite, figli di Abramo, tutti voi che attendete fuori dal muro del Paradiso»). Springsteen non è nuovo a riflettere usando concetti biblici, specie quelli dell’Antico Testamento: l’aveva già fatto in Born To Run, Tunnel Of Love, Lucky Town e nelle stesse invocazioni alla resurrezione di The Rising. Così, mentre la ripresa di American Skin denuncia aspramente il nuovo razzismo e quella di The Wall (prendendo le mosse dal Vietnam) segnala che vi sono mali che possono impedire «scuse e perdono», mentre Just Like Fire Would è canto sociale del dramma del lavoro, non è un caso che alla fine si torni a The Ghost Of Tom Joad. Capolavoro che esce dall’ambito acustico per diventare denuncia esplicita, violenta, necessaria del Dio-Amore.In tempi, ora più che nel ’95, di «nuovo ordine mondiale senza casa, lavoro, pace», in cui però Tom continua imperterrito a dire: «Dovunque trovi un poliziotto che picchia un ragazzo, un neonato che piange di fame, nell’aria la voglia di lottare contro l’odio, io sarò lì». E Bruce, uomo e non filosofo, artista conscio delle responsabilità dell’arte e mai propenso a predicare abusando di esse, è qui anche lui, al fianco di Tom Joad. Pure a ballare, certo, nella deliziosa Frankie Fell In Love: perché scienza, poesia e sogni sono il centro dell’uomo. Assieme ai suoi valori. I soli che possono farci parlare ancora di domani, come il Boss fa dall’iniziale High Hopes alla finale Dream Baby Dream. Basta perderci in ritorsioni e paure, un’Arca di Noè è alle viste, dentro di noi: per «Vivere la vita, avere moglie e figli, guardarli negli occhi e sapere che avranno una possibilità». È sufficiente ricordarsi, canta This Is Your Sword, di offrire «il meglio dell’anima». Perché È grande il potere dell’amore rivelato».

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