mercoledì 12 novembre 2014
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«​Un successo in tutti i sensi, tecnico e umano». Riassume così l'impresa spaziale della sonda Rosetta don Giuseppe Tanzella-Nitti, professore ordinario di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma e docente presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana. «Sono state necessarie pazienza e speranza, si potrebbe dire le virtù del ricercatore, per arrivare al successo. Lanciare una sonda e attendere per dieci anni il suo arrivo è una prova di ottimismo del lavoro scientifico e di virtù d'equipe. D'esempio in tutti i casi in cui la mancanza di sintonia tra soggetti coinvolti non permette di portare a termine i lavori iniziati». Gli scienziati sono riusciti a calcolare millimetricamente le orbite e grazie allo sviluppo dei computer l'incontro di due corpi piccolissimi. Un aspetto, quello della grandezza della sonda e della cometa - originata probabilmente fuori dal sistema solare -, che Tanzella-Nitti analizza così: «La vera ricerca scientifica sa valorizzare ciò che è apparentemente piccolo ma può custodire segreti importanti. Einstein diceva che Dio sta nei dettagli. Per chi studia l'universo con la consapevolezza di trovarsi di fronte all'opera di un Creatore, è utile anche ciò che è apparentemente un dettaglio». Don Tanzella-Nitti si è dedicato per alcuni anni alla ricerca scientifica nel campo della radioastronomia e della cosmologia, svolgendo la sua attività come ricercatore Cnr presso l'Istituto di Radioastronomia di Bologna e poi come astronomo all'Osservatorio Astronomico di Torino.
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