martedì 17 gennaio 2017
Dopo l'ennesimo caso degli U2 il direttore generale invoca l’intervento della magistratura. Vasco Rossi ha deciso di passare ai biglietti nominali per il suo concerto di Modena a luglio
Siae contro i bagarini digitali: «Chiudere i siti di secondary ticketing»
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Ormai è acclarato, non c’è impresa più dura che procurarsi un biglietto comodo e “trasparente” per poter andare ad assistere a un concerto. Siamo di fronte all’insostenibile leggerezza della musica o meglio di chi “governa sotto banco” il baraccone degli eventi musicali. Si chiama “secondary ticketing” la piaga del terzo millennio nell’intronata routine del cantar leggero, pop o rock che sia. E l’ultima bufera invernale si è abbattuta sul concerto degli U2, fissato per il prossimo 15 e 16 luglio allo stadio Olimpico di Roma. I biglietti della data del 15 luglio nella giornata di lunedì dopo nemmeno mezz’ora dall’apertura della vendita sui canali ufficiali circolavano già nelle perniciose fonti parallele della Rete, quelle appunto secondary, in cui i prezzi, come sempre, lievitavano alla velocità di un clic sulla tastiera. Dai 40-200 euro di TicketOne si è passati a 220-1.100 euro della famigerata banda dei colpi gobbi alla biglietteria virtuale che continua a ingannare i fan, i quali sì sa, farebbero qualsiasi cosa pur di assistere al concerto di Bono Vox e soci. TicketOne e Live Nation, i canali ufficiali, giurano di aver fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per arginare questa fenomenologia invasiva del bagarino digitale, ma nonostante la minaccia delle multe salatissime - fino a 180mila euro - questi inquinatori dell’etere nello spazio riservato alla compravendita dei ticket per concerti hanno deciso di proseguire come se nulla fosse.

Il caso “U2” fa seguito a quello scoppiato nell’ottobre del 2016 per il concerto dei Coldplay attesi a Milano, stadio San Siro il prossimo 3 e 4 luglio. L’Antitrust in quel caso intervenne contro TicketOne. E tra i tanti artisti che sollevarono il problema si alzò la voce tuonante di Vasco Rossi che lanciò il suo «c’è chi dice no». A Live Nation per cominciare, alla quale Vasco ha staccato la stima e l’esclusiva della rivendita biglietti per i suoi concerti, in quanto erano finiti nelle mani del bagarinaggio. E per questo ha deciso che i biglietti per il concerto evento a Modena con cui festeggerà il primo luglio i 40 anni di carriera saranno nominali.

Dopo il caso U2 la Siae non ha perso un istante e denuncia: «Anche in questo caso abbiamo ottenuto l’adesione di Federconsumatori, con cui abbiamo siglato un protocollo d’intesa due anni fa, per intraprendere insieme tutte le azioni legali e mediatiche a tutela dei diritti dei consumatori». La Società italiana degli autori e degli editori informa che ha già inviato un «ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma per tutelare sia i diritti dei propri associati che i consumatori che si ritrovano a pagare anche fino a 10 volte in più i ticket di ingresso sul mercato parallelo».

Una battaglia informatica quella in atto, senza esclusione di colpi, come sottolinea il direttore generale della Siae, Gaetano Blandini che invoca l’intervento degli organi giuridici: «Un magistrato può chiudere dei siti. Lunedì - ha sottolineato Blandini - sono stati venduti circa 23 mila biglietti. Abbiamo appreso che TicketOne ha annullato 600 vendite perché sospette. I biglietti sono finiti in venti minuti e sette minuti dopo c’erano quattromila biglietti in vendita sui siti secondari a prezzi fino a 2.638 euro. Secondo noi è un danno incredibile per i consumatori». Un danno che va sanato una volta per tutte. E qualche suggerimento utile può arrivare dalla prima “Conferenza internazionale contro il Secondary Ticketing” che si terrà il 26 gennaio al Teatro Franco Parenti di Milano.

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