martedì 28 febbraio 2023
Il raro documento indica che la paga di un legionario non era molto alta
La fortezza di Masada

La fortezza di Masada - Epa/Jim Hollander

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Essere un legionario romano nella provincia di Giudea nel I secolo d.C. non era l'attività più redditizia. Un papiro recentemente esaminato dagli esperti della Israel Antiquities Authority getta nuova luce sulle finanze dei soldati che assediarono e occuparono la fortezza di Masada, a 50 chilometri a sud di Gerusalemme, durante la prima guerra giudeo-romana (66-74 d.C.). Secondo la 'busta paga' ritrovata, le varie spese di equipaggiamento detratte alla fonte rappresentavano la quasi totalità della paga di un legionario.

Il papiro frammentario indica così, in latino, che una parte molto consistente dei due terzi della paga annuale di un anonimo soldato romano veniva spesa per l'acquisto di stivali, di una tunica di lino e di foraggio per il suo cavallo. Secondo gli archeologi israeliani, il documento, uno dei quattordici riportati alla luce a Masada, è solo la terza busta paga conosciuta nel mondo romano che può essere attribuita a un legionario.

La paga di un legionario variava in base a diversi criteri, come la sua anzianità o la sua specialità; i dettagli delle linee del bollettino di Massada, tuttavia, non sono stati comunicati dai papirologi israeliani. Fissata a 225 denari all'anno per la maggior parte del I secolo, la paga di un legionario semplice poteva arrivare a tre volte tanto, a seconda delle cariche che gli venivano affidate.
Una guardia pretoriana, il corpo d'élite dell'esercito romano, riceveva 730 denari all'anno. Entrambi potevano ricevere anche dei bonus. I ricercatori dell'Israel Antiquities Authority (Aia) che hanno studiato il papiro di Masada sottolineano, tuttavia, che i soldati non erano necessariamente ridotti a ciò che la scrupolosa tesoreria della legione si degnava di lasciare loro. Il legionario poteva infatti contare su entrate supplementari che non comparivano sul suo bollettino. "È possibile che i soldati fossero autorizzati a saccheggiare durante le campagne militari", ha osservato Oren Ableman, responsabile dell'unità dei Rotoli del Mar Morto dell'Aia.

La prospettiva del bottino di guerra era una delle motivazioni principali del legionario romano, ma non era il suo unico mezzo di arricchimento parallelo. Alcuni soldati diventavano usurai. "Un atto di prestito firmato tra un soldato romano e un residente ebreo riporta che il soldato applicava interessi di gran lunga superiori a quelli allora legali", ha spiegato Oren Ableman. Questo esempio è stato documentato da un testo scoperto nella grotta di Nahal Hever e datato alla rivolta di Bar Kokhba, intorno al 132-135.

Datata dagli archeologi israeliani all'anno 72, la busta paga di Massada potrebbe essere appartenuta a un legionario che partecipò all'assedio della fortezza nel 73. La battaglia fu uno degli ultimi episodi della prima guerra giudaico-romana, scoppiata nel 66 con la rivolta degli ebrei nella provincia di Giudea. La "Grande Rivolta" fu repressa negli anni successivi, con il saccheggio di Gerusalemme e la distruzione del Secondo Tempio. Quanto a Masada, la formidabile posizione difensiva arroccata su uno sperone roccioso, alto più di 430 metri, fu conquistata solo dopo una lunga campagna.

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