martedì 7 agosto 2012
Il campione della 50 chilometri di marcia non difenderà l'oro conquistato a Pechino: l'agenzia internazionale antidoping lo ha trovato positivo all'Epo. Il padre: "La colpa è mia, non l'ho capito".
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"Le responsabilità sono mie perché, se si vede un figlio che durante tutto l'anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli". Josef Schwazer si carica sulle spalle il peso più grande. Quattro anni fa Alex piangeva sulla strada di Pechino, quella che regalava al ragazzo di Vipiteno l'oro nella 50 chilometri di marcia. Oggi c'è la sofferenza e basta. Di tutti. Non difenderà quella medaglia, Alex Schwazer, trovato positivi all'Epo dalla Wada, l'agenzia internazionale antidoping, in un controllo del 30 luglio. Domani, a Bolzano, spiegherà in una conferenza stampa le ragioni che lo hanno spinto ad assumere la sostanza proibita. Il mondo dell'atletica italiana, intanto, vive un'altra giornata di sconforto. "Non me lo aspettavo", commenta Sandro Damilano, tecnico di Schwazer dal 2004 al 2009; "Un gesto infame. Sono triste", aggiunge Mario Pescante del Comitato Olimpico Internazionale. Franco Arese, presidente Fidal, racconta che "il ragazzo ultimamente era un po' strano, non accettava visite dei tecnici isolandosi molto". "Chi imbroglia non vince", dice secco Mark Adams, portavoce del Cio.Niente giochi di Londra, attività agonistica sospesa dal Coni (che ha accolto la richiesta della Procura antidoping). Il Codacons annuncia azioni legali e si attendono i provvedimenti dei carabinieri (il campione di Pechino marcia per il gruppo sportivo dell'Arma). La sconfitta più pesante, però, è l'aver perso la medaglia della fiducia. Quella dei tifosi, degli amici. E dell'allenatore Michele Didoni: "Mi sento preso in giro, fregato - ha detto - Ci ha fatto piombare nella vergogna. Non ho voluto giustificazioni perché non ce ne sono". A chiedere perdono, prima di tutti, è ancora una volta Josef Schwazer, il padre: "Per Alex oggi non è il giorno più brutto. Il peggiore è quello che verrà. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui". Rialzarsi, dopo la caduta, sarà difficilissimo. Ma il traguardo più importante, ora, è quello.
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