sabato 7 dicembre 2019
Alla prima di Tosca 4 minuti di acclamazioni per il Presidente della Repubblica. Affetto del pubblico per la senatrice Segre
Il presidente Sergio Mattarella accolto alla Scala dal sovrintendente, Alexander Pereira (Ansa)

Il presidente Sergio Mattarella accolto alla Scala dal sovrintendente, Alexander Pereira (Ansa) - ansa

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Una prima della Scala fra #meetoo, voglia di unità nazionale e di riscatto internazionale quella su cui è appena calato il sipario con ben sedici minuti di applausi entusiasti e lanci di fiori per la Tosca di Davide Livermore con una strepitosa Anna Netrebko guidata dal maestro Riccardo Chailly. Ma ancor di più lo hanno testimoniato le ovazioni e il lungo applauso durato quattro intensissimi minuti che ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla sua entrata nel Palco Reale. Il cuore dell'Italia per una notte è stato a Milano, per ribadire un desiderio di nuovo Risorgimento di cui Mattarella, visibilmente toccato dalla manifestazione d’affetto, è sentito come garante e punto fermo per gli italiani. Come risorgimentale era il piglio di Riccardo Chailly nel dirigere l'Inno di Mameli per il Presidente, accompagnato dalla figlia Laura, e attorniato nel Palco Reale da una nutrita rappresentanza istituzionale, dal presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al ministro degli Interni Luciana Lamorgese, il ministro per le Politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora che ha commentato “il Presidente Mattarella questi applausi se li merita tutti”. E il regista Davide Livermore, fresco di successo, ha ribadito che "Il popolo italiano ha bisogno delle istituzioni e Mattarella ne è il garante in un momento in cui troppi politici non dicono che il fascismo è un reato. Crediamo nella nostra costituzione che dice che l'Italia è una e indivisibile. Siamo una nazione che ha bisogno di unità e di crescere".

Tutti hanno ribadito "la portata internazionale" dell'evento, una delle migliori carte da visita internazionali del nostro Paese, proprio in un delicato momento di crisi politica ed economica. Lo stesso Mattarella al termine l'ha definita "una grande serata". Lo ha detto chiaro e tondo il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini: "Ogni sette dicembre gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla Scala, su Milano e dobbiamo essere orgogliosi di quello che l’Italia è nel mondo ". Di questo ne è "ben consapevole" il maestro Riccardo Chailly soddisfatto, al termine dell'opera, "di essere riusciti a tenere alto il livello di eccellenza. Al Presidente Mattarella, che ci ha salutato, è piaciuta l'opera, ma anche l'impegno degli orchestrali, del coro e delle maestranze". Lo ripete ancora Livermore: "E’ una grande festa per la cultura italiana. Il giorno piu’ importante. Venticinque anni fa sono stati tagliati il 33% dei soldi alla cultura ed e’ un peccato straordinario perche’ senza cultura perdiamo memoria storica, e quindi identita’". E sa bene di cosa si parla la senatrice a vita Liliana Segre, accolta al suo arrivo, scortata, al Piermarini dagli applausi dei comuni cittadini e dalle grida “brava”. "Con Mattarella ci vedremo molto presto" ha riferito la senatrice dopo aver salutato al primo intervallo il Capo dello Stato aggiungendo: "La Tosca non mi delude mai, mi sta piacendo moltissimo, la Scala non mi delude mai".

Se è vero che il 7 dicembre al Piermarini, contrapposto alla piazza antistante (quest’anno piuttosto tranquilla anche nelle proteste di lavoratori di Auchan e dei centri sociali per la Siria), è da sempre specchio del Paese,. da 9 anni la prima scaligera “diffusa” ha abbracciato sempre di più la città e l’Italia tramite tv (avvincente la regia cinematografica), radio e social. L’opera ha ritrovato il suo carattere “popolare”, commuovendo i turisti fra le scintillanti vetrine del centro, gli appassionati di musica nei teatri di periferia, i giovanissimi detenuti del carcere Beccaria e i malati e disagiati come i pazienti dell’ospedale Niguarda Ca' Granda e gli ospiti della casa di Accoglienza Enzo Jannacci.

Ma anche, come dicevamo, si tratta di un’opera all’insegna della lotta alla violenza contro le donne, di cui la storia di Tosca è un drammatico simbolo: lei, donna ricattata sessualmente dal potente Scarpia in cambio della vita dell’amato. Un brivido scorre tra le signore in platea, e gli applausi e i brava alla Netrebko, messa all’angolo da questo Weinstein ante litteram, si caricano di significati profondi e nuove consapevolezze. Anche se, dopo il trionfo, il soprano commenta a caldo: "Tosca? Non è un esempio una donna che uccide un uomo". Per la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati l’opera “rappresenta un affresco" della realtà con "temi come l’emarginazione, la violenza sulle donne, le diseguaglianze sociali che sono temi tornati di attualità". "L’opera assolve alla sua funzione primaria divulgativa e poi educativa - ha aggiunto - e poi c’è¨ lo straordinario personaggio della figura eroica di Tosca che sacrifica se stessa per i suoi ideali”. Per Livia Pomodoro, ex presidente del Tribunale di Milano, “Tosca mostra la violenza che si scatena nelle rivoluzioni e questa violenza si avverte soprattutto nei comportamenti degli uomini nei confronti delle donne". Quello della violenza sulle donne “è un tema sicuramente attuale nonostante gli sforzi che sono stati compiuti per aiutare le donne che subiscono molestie" aggiunge l’ex ministro Maria Elena Boschi. "Tosca - ha sottolineato - è una donna che ha la forza di ribellarsi, anche se con un epilogo tragico". E’ quindi importante "raccontare che dalla violenza si può uscire, come hanno fatto Gessica Notaro e Lucia Annibali".

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