lunedì 10 febbraio 2025
La grande interprete stupirà l’Ariston con la sua inconfondibile voce. «Dopo il Covid ho rischiato di restare ferma chiusa in casa. Il successo a “X Factor” mi ha ridato carica»
Giorgia, tra i protagonisti di Sanremo2025

Giorgia, tra i protagonisti di Sanremo2025 - Paolo Santambrogio

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«Apprezzo la vibrazione positiva, perché in passato ho sentito quella negativa. Però, lo sappiamo, il pronostico non ci azzecca mai. E Sanremo lo devono vincere i ragazzi, dai non scherziamo, deve vincere un pischello o una pischella. Trenta anni fa io vinsi con Fiorello e Morandi in gara, ancora chiedo loro scusa». A 53 anni portati con la freschezza di una ragazzina, Giorgia mette le mani avanti sui pronostici che la danno vincitrice a Sanremo in un testa a testa con il giovane rapper genovese Olly, 23 anni. Un testa a testa fra generazioni musicali diverse sul palco dell’Ariston da martedì 11 febbraio, ma, almeno del caso di questi due artisti, che puntano su qualità e sincerità. Giorgia, signora della canzone italiana che non ha bisogno di presentazioni, torna in gara a 30 anni esatti da Come saprei, con cui vinse il festival aveva la stessa età del competitor Olly.

L'ultima volta in gara era andata due anni fa con Parole dette male, ma - per sua stessa ammissione - non andò molto bene. «Non volevo neanche tanto andare. Per me fu un Sanremo interiore, la prima cosa ufficiale dopo il Covid, dopo essermi molto chiusa. Devo dire grazie a quella esperienza anche se non fu un successo perché ho ritrovato, lì dove tutto era iniziato, la scintilla che credevo di avere perso. I momenti bui ti aiutano più di quelli di luce. Se non fossi andata, sarei ancora chiusa a casa» racconta. Invece ora l’artista romana sta vivendo una seconda giovinezza e si presenta con una voce sfolgorante in gara a Sanremo con il brano La cura per me, che firma insieme a Blanco e Michelangelo (»un testo che sento molto mio, anche se scritto per la maggior parte da Blanco che ha una sensibilità spiccata»).

«Non era previsto andare a Sanremo. Ma quando è venuta fuori La cura per me abbiamo capito che avevamo tra le mani una canzone importante, di quelle che vorrei rimanessero». Dopo un anno di successi e soddisfazioni tra tv e musica, Giorgia è pronta a tornare sul palco dell'Ariston. E a conquistare tutti.

Il suo obiettivo, spiega la cantante romana che non smette di mettersi in gioco, «è riuscire a fare quello che devo fare e farlo bene. La mia vittoria è far bene la canzone». Il 2024 è stato un anno magico per Giorgia, che oltre alla musica, ha scoperto una nuova sé anche in versione televisiva, prima con la co-conduzione del festival di Sanremo, poi riscuotendo successo come padrona di casa ad X Factor. «Un anno fa l’esperienza al festival mi ha avviato a una strada diversa. E ci ho preso gusto, ma il percorso musicale non si è fermato» racconta la cantante -. L'esperienza ricca e intensa di X Factor mi ha permesso di imparare cose nuove. Con X Factor ci siamo lasciati benissimo, abbiamo lasciato tutto sospeso, dobbiamo riparlarne e quando e se sarà lo saprete». Il suo obiettivo, spiega Giorgia «è riuscire a fare quello che devo fare e farlo bene. La mia vittoria è far bene la canzone». Comunque Giorgia punta in alto anche per la serata delle cover di venerdì 14 febbraio, dove si prepara la sfida di ugole tra lei e Annalisa su Skyfall di Adele.

Per festeggiare insieme al pubblico i trent’anni di Come saprei, da giugno l’artista tornerà live in tre scenari unici: 13 giugno alle Terme di Caracalla di Roma, il 25 luglio al Teatro Greco di Siracusa, il 16 settembre alla Reggia di Caserta. La festa continua poi a novembre e dicembre nei palasport, con il via il 25 novembre a Jesolo. Una Giorgia proiettata verso il futuro, che però fra i ricordi più belli del suo importante passato ricorda le tre volte che cantò per papa Wojtyla: «Una volta in piazza San Pietro mi fece una carezza sulla spalla che non dimenticherò mai, aveva tanto tanto carisma. Oggi dovremmo tornare a ricordarci la possibilità di avere una vita spirituale, dove la capacità di provare fede possa vivere e crescere: quello è uno spazio interiore cui uno non dedica più tempo perché facciamo troppe cose, la quotidianità ci schiaccia. Quel piccolo lavoro interiore potrebbe fare la differenza, ma purtroppo non lo facciamo».

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