giovedì 11 aprile 2019
Al Festival del Cinema Europeo di Lecce presentato “Ci alzeremo all’alba”, regia di padre Jean-Marie Benjamin che racconta il Santo di da Pietrelcina attraverso gli occhi dei più piccoli
I due giovani protagonisti del film “Ci alzeremo all’alba” diretto da padre Jean-Marie Benjamin

I due giovani protagonisti del film “Ci alzeremo all’alba” diretto da padre Jean-Marie Benjamin

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Luca e Sebastiano hanno 12 e 13 anni, sono amici e percorrono in lungo in largo in bicicletta le verdi campagne del Gargano alla ricerca di una verità che li affascina e per loro ancora tutta da scoprire, quella sulla vita di san Pio da Pietrelcina, andando a intervistare i testimoni diretti per farne un libro. Una avventura di crescita umana e spirituale, fra dramma, commedia e inchiesta con i veri protagonisti di allora, per svelare l’attualità di Padre Pio attraverso l’occhio delle nuove generazioni: questa la felice intuizione del regista, compositore, direttore d’orchestra e sacerdote francese Jean-Marie Benjamin, che ha presentato ieri sera, fra applausi e commozione, il film Ci alzeremo all’alba come evento speciale al Festival del Cinema Europeo di Lecce giunto alla sua 20ª edizione. Presente, oltre al regista e al cast composto dai piccoli attori, anche l’arcivescovo di Manfredonia- Vieste-San Giovanni Rotondo monsignor Franco Moscone, il vescovo ausiliare di Roma monsignor Gianpiero Palmieri e l’arcivescovo di Lecce monsignor Michele Seccia, che ha ricordato come anch’egli da bambino, all’età di sei anni, essendo in precaria salute fosse stato portato dalla madre ad essere benedetto da Padre Pio.

Un incontro che lo ha segnato come pure è successo al regista Benjamin, sacerdote dal 1991, la cui vita è stata completamente ribaltata, dall’incontro da ragazzo con il futuro Santo a San Giovanni Rotondo. Benjamin, 72 anni, infatti, dal 1966 a oggi ha registrato 28 dischi, fra pop e musica classica, collaborando con star della musica francese come Dalida e Charles Trenet e componendo musiche per film come La Bibbia di Marcel Carné sino all’Oratorio La creazione degli angeli e l’inno ufficiale dell’Unicef Ode to the child, composto nel 1984 e interpretato anche da Paul Mc-Cartney. «Era il marzo 1968, avevo 20 anni, vivevo a Parigi e durante la presentazione del disco di un cantante famoso di cui avevo curato gli arrangiamenti, sua madre mi mostrò un libro su Padre Pio. Lo lessi e mi ven- ne la curiosità di incontrarlo» ci racconta Benjamin. Dopo un viaggio in treno di 24 ore, la fortuna di incontrare un ragazzo veneziano che, dovendo ripartire, gli cede il suo posto per confessarsi. «Padre Pio era a testa china, mi chiese quando mi ero confessato l’ultima volta – ricorda padre Benjamin ancora emozionato – Io non me lo ricordavo e mi agitai. Fu lui a dirmi la data esatta, e poi alzò gli occhi verso di me che ero sbalordito. Uno sguardo che non dimenticherò mai». Nel 1988, in occasione di un suo concerto a San Giovanni Rotondo per i vent’anni dalla morte di Padre Pio, Benjamin decide all’improvviso di farsi prete.

Lo sguardo dei giovani è al centro anche di Ci alzeremo all’alba, della durata di 96 minuti, girato fra San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Pietrelcina. Benjamin ne ha scritto soggetto e sceneggiatura, componendo anche la colonna sonora, e lo ha prodotto attraverso la Aladino Production con la produzione esecutiva di Mediterranea Production e sotto l’alto patronato dell’Opera Padre Pio. Luca (Andrea Solombrino di Lecce) vive a San Giovanni Rotondo, ha 12 anni, è intelligente e determinato. Il film si apre mentre il ragazzino si reca in visita nella chiesetta e museo di Padre Pio: tornato a casa, rivela ai genitori (i bravi Massimiliano Pazzaglia e Antonella Ponziani) il suo progetto di intervistare le persone anziane che hanno conosciuto il santo per scriverne un libro. La famiglia è unita, ed è d’accordo a partire dal padre ricercatore scienziato all’ospedale di Padre Pio, mentre a fare da contraltare comico è la pepata sorellina Miranda di 8 anni (Karola Mazzei, baby star delle fiction Rai). Luca coinvolge nella sua avventura l’amico Sebastiano (Mariano Barnabà, di Taranto). I ragazzini cominciano le loro indagini andando intervistare tre testimoni reali, nei panni di se stessi, che hanno da giovani conosciuto e parlato con Padre Pio: la 92enne Arcangela Perotti, una delle prime infermiere dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza che racconta come assistette alla bilocazione di Padre Pio durante un suo viaggio a Lourdes, mentre padre Mario Villani, fondatore della Biblioteca del Convento di San Matteo, mostra ai ragazzi nei luoghi dove visse il frate. Toccante l’intervista che rilascia ai due giornalisti in erba fra’ Carlo Maria Laborde, padre guardiano del Convento di Santa Maria delle Grazie che ricorda l’assistenza spirituale e le opere di bene, oltre che i miracoli, effettuate da padre Pio ai soldati sia americani sia italiani durante e dopo la guerra.

Luca e Sebastiano intanto vengono ricevuti alla Casa Sollievo della Sofferenza da Giulio Siena, direttore delle comunicazioni esterne dell’ospedale, e intervistati a loro volta in televisione dal direttore di Padre Pio Tv Stefano Campanella. Fino a che un giorno, l’incontro con un misterioso frate darà una svolta alle loro vite. Come quella che ebbe Benjamin, che venne ordinato sacerdote nel 1991, impegnandosi un intenso lavoro per denunciare gli effetti dell’embargo sulla popolazione irachena, primo a denunciare la contaminazione dalle armi all’uranio impoverito in libri e documen-tari, organizzando, nel 2003, l’incontro del Vice primo ministro iracheno Tareq Aziz con Papa Giovanni Paolo II. Nel frattempo realizzava il primo film sul futuro santo, Padre Pio, la notte del profeta andato in onda su Rai 1 nel 1998. «Spero che anche Ci alzeremo all’alba possa andare in onda su qualche importante emittente italiana. Per ora ho solo richieste da Stati Uniti, Francia e altri Paesi... Volevo fare un film laico che fosse una bufera d’aria fresca, secondo tre direttive: la figura di Padre Pio e la sua opera sociale attraverso l’ospedale, la forza dell’amicizia e l’immagine di un Sud bello e gioioso, fatto di persone semplici e oneste contro le tante immagini negative che circolano».

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