sabato 3 giugno 2023
In occasione dell'anniversario Giovenale Dotta ha scritto un’ampia e documentatissima "Storia della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo)"
Leonardo Murialdo

Leonardo Murialdo - archivio

COMMENTA E CONDIVIDI

Nel 1866 l’allora trentottenne prete torinese Leonardo Murialdo, che verrà proclamato santo nel 1970, accettò di andare a dirigere il Collegio Artigianelli promosso da don Giovanni Cocchi nel capoluogo piemontese. Un anno più tardi egli dette vita a una confraternita formata da sacerdoti, chierici e laici dediti all’educazione dei ragazzi del collegio; nel tempo, in qualità di “affigliati” entrarono a farne parte anche molti collegiali. Successivamente, superati non pochi dubbi e difficoltà e incoraggiato da alcuni amici e collaboratori, Murialdo trasformò la confraternita in una vera e propria Congregazione, la cui nascita risale al 19 marzo del 1873: ufficialmente denominata Congregazione di San Giuseppe, a tutti è nota con il nome di “Giuseppini del Murialdo”, una famiglia religiosa che rimarrà sempre fedele al carisma apostolico di educatore e formatore del santo torinese.

Dunque, proprio quest’anno essa festeggia il secolo e mezzo di vita, un periodo assai fecondo del quale ci offre una descrizione puntuale e approfondita Giovenale Dotta, che ha scritto un’ampia e documentatissima Storia della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) dal 1873 al 2006 (Libreria Editrice Murialdo, pagine 518, s.i.p.). L’autore, sacerdote giuseppino, storico della Chiesa e patrologo, precisa subito di essersi fermato all’anno 2006 per non dover trattare questioni cronologicamente a lui troppo vicine, cosa che avrebbe potuto nuocere alla formulazione di giudizi sufficientemente decantati ed equilibrati.

I capitoli in cui è suddiviso il volume corrispondono ai periodi di governo dei vari superiori generali della Congregazione. Presentando il proprio lavoro, Dotta scrive: «Del manuale ha la struttura, con capitoli e paragrafi omogenei in tutta l’opera (indicazioni programmatiche dei capitoli generali, linee di governo dei superiori generali, storia delle varie circoscrizioni, come le province e le delegazioni, e delle singole case…). Del repertorio ha il contenuto, dal momento che consente di accedere a notizie quasi complete, anche se sintetiche, su ogni circoscrizione territoriale e ogni opera (specialmente grazie all’appendice con l’elenco di tutte le opere che la congregazione ha avuto nel corso della sua storia e anche grazie all’indice dei nomi delle persone e a quello delle cose notevoli)».

Com’è ovvio, al centro dello scritto ci sono le vicende dei Giuseppini, ma attraverso la loro ricostruzione Dotta tratteggia pure quelle della Chiesa e della società dentro le quali la congregazione ha vissuto, anni che, certamente, non sono stati privi di problemi e di sofferenze, ma altrettanto sicuramente rischiarati dalla luce della fede e della carità e dallo splendido esempio del santo fondatore. Come opportunamente afferma nella presentazione il Padre generale Tullio Locatelli, la fotografia che Dotta sottopone all’attenzione dei lettori è quella «di un corpo che nella storia continua a essere vivo e vitale, affronta le sfide del momento, progetta e si apre al futuro, si trova ancorato alla sua origine ma resta in ascolto del tempo che cambia».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: