mercoledì 9 settembre 2020
A Mantova arrivano scrittori, artisti e musicisti della nazione nordafricana. Torna a far discutere l’esperienza di libertà che dieci anni fa infiammò molte città del Paese
Ultimi preparativi per il Festivaletteratura 2020

Ultimi preparativi per il Festivaletteratura 2020 - Giorgio Boato

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Comincia oggi, 9 settembre, la ventiquattresima edizione del Festivaletteratura, che proseguirà fino a domenica 13 settembre, resistendo a un anno eccezionale come questo 2020, in cui molti eventi e festival dal vivo hanno dovuto rinunciare o reinventarsi online per via del coronavirus. Mantova invece, nonostante le molte difficoltà, ci sarà, con spazi di incontro e proposte di eventi alternati tra quelli in presenza e quelli in streaming, oltre alla pubblicazione di un almanacco, la creazione di contenuti speciali per il web e infine l’apertura di una radio del Festival, Radio Tunisi, le cui trasmissioni saranno condotte dallo scrittore – e curatore del ciclo “Una città in libri”, percorso intrapreso negli ultimi anni al Festival per conoscere attraverso la parola di poeti, narratori, artisti e saggisti la potenza di un immaginario urbano – Luca Scarlini, con la partecipazione delle voci più interessanti della scena culturale della Tunisi contemporanea.

Se l’anno scorso era stata la capitale albanese Tirana la città letteraria a cui sono stati dedicati una biblioteca tematica e diversi appuntamenti del festival, e gli anni prima era toccato a San Pietroburgo, Alessandria d’Egitto, Buenos Aires e Praga, quest’anno è invece la volta di Tunisi, poiché la vicenda letteraria della capitale della Tunisia si dipana lungo due millenni o più, dalla fondazione di Cartagine, fino all’instabile democrazia uscita dalle speranze della primavera araba, e come spiega lo stesso Scarlini: «Tunisi ha una risonanza culturale enorme e questa scelta è a tutti gli effetti un’occasione per rivedere sotto altra luce il concetto di Mediterraneo, di cui sappiamo sempre troppo poco e di cui abbiamo principalmente idee politiche che risalgono alla Rivoluzione dei Gelsomini del 2011, ma nel frattempo, in questi ultimi anni, Tunisi è cambiata in tantissimi modi e con essa il suo scenario culturale». Tunisi è infatti una città antichissima e al tempo stesso vicina a noi. Le visite alla Tunisi in libri saranno possibili attraverso il sito 2020.festivaletteratura. it, dove troverà spazio una biblioteca temporanea di oltre 250 titoli, insieme a filmati storici, frammenti teatrali, immagini e opere video di alcuni dei principali movimenti artistici contemporanei, che restituiranno un ritratto tutt’altro che stereotipato della città.

Ai percorsi tematici e ai documenti audio e video, si affiancheranno poi le trasmissioni di Radio Tunisi, in cui Scarlini, insieme a una serie di ospiti diversi, proverà a liberare la città dai suoi cliché, alla scoperta della scena letteraria contemporanea, ancora poco tradotta in Italia, senza trascurare il ruolo dell’attivismo politico dopo le primavere arabe, e quello della comunità italiana, molto presente. «Il lockdown – spiega ancora Scarlini – ci ha permesso di realizzare un lavoro più approfondito rispetto ad altri anni. Abbiamo potuto contattare direttamente alcuni degli scrittori della generazione tra i 28 e i 40 anni, spesso poco noti in Europa, se non in Francia, ma anche autori più affermati. Per esem- pio Yamen Manaï (che aprirà la prima puntata di questa mattina alle 11.00 sulla letteratura contemporanea), non ancora tradotto in Italia e di cui saranno letti dai lettori di Mantova su Radio Tunisi alcuni estratti tradotti appositamente in occasione di questo appuntamento, a partire dalle sue storie ambientate in campagna, dimensione che ispira molti scrittori nel loro parlare della città delle origini, di infanzia e nostalgia». Oltre a Manaï, per l’arte di strada e la graphic novel ci sarà Nadia Khiari, poi autori che scrivono solo in arabo come Elisabeth Daldoul e, tra i più curiosi, mai presentati in Italia, lo psicologo Aymen Daboussi. Ci sarà poi Mohamed Harmel, autore di fiction gotica, che racconta la Tunisia con al potere una macchina dei sogni che domina l’immaginazione dei cittadini e un autore più pop come Sami Mokaddem, autore di una trilogia ambientata a Cartagine che passa con disinvoltura dal passato remoto all’attualità.

Ci sarà Shukri al-Mabkhout, tradotto in Italia dalla casa editrice e/o con il libro L’Italiano , che nel 2015 gli è valso il più importante premio letterario per la narrativa araba, l’International Prize for Arabic Fiction, oltre al più prestigioso premio letterario tunisino, il Comar d’Or, e ci sarà tanto spazio anche per il fumetto – con Nidhal Ghariani e Lab 619 –, la satira e gli italiani in Tunisia. Tra gli ospiti collegati dall’altra sponda del Mediterraneo, vanno infine segnalati anche Ali Bécheur e Ahmed Mahfoud. Ogni puntata di Radio Tunisi durerà circa 50 minuti, per un totale di quattro puntate (che resteranno poi fruibili in streaming, come podcast), una al giorno fino a sabato, giornata in cui il percorso legato a Tunisi si concluderà alle 21.30 al Campo Canoa, con l’esibizione della cantautrice tunisina Emel Mathlouthi, una delle artiste che meglio ha saputo interpretare il sentimento di protesta dei giovani tunisini nella stagione delle primavere arabe: la sua canzone Ya Tounes Ya Meskina (Povera Tunisia) è divenuta in pochissimo tempo l’inno della Rivoluzione dei Gelsomini del 2011 e oggi Mathlouthi è una delle stelle più luminose del pop nordafricano.

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