mercoledì 25 ottobre 2023
I lavori di restauro hanno riguardato l'intero complesso monumentale, compresi il "Teatro del Fontanone", la "Fontana della Pioggia", gli affreschi e le statue in marmo
Uccelliere farnesiane

Uccelliere farnesiane - Parco archeologico del Colosseo

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Chiuso al pubblico da molti decenni, il Ninfeo della Pioggia torna visitabile dopo il progetto di recupero e valorizzazione avviato nel 2020 dal Parco archeologico del Colosseo. I lavori hanno risolto il «complicato problema di infiltrazioni d’acqua che interessava le murature del Ninfeo, il consolidamento e il restauro di tutta la struttura», ha spiegato Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo.

Il Ninfeo della Pioggia si trova negli Horti Farnesiani del Palatino, tra i giardini aristocratici più celebri in Europa. Voluto nei primi anni del Seicento dal cardinale Odoardo Farnese come “triclinio estivo” e progettato nell’aspetto attuale da Girolamo Rainaldi, era utilizzato dai Farnese come spazio per le feste e i momenti di svago, soprattutto nei periodi caldi. L’architetto si era ispirato a esempi dell’antica Roma e del Rinascimento per realizzare una sala seminterrata decorata da affreschi e sculture in marmo.

Dopo la morte del cardinale, l’omonimo nipote ed erede decise di trasformare il giardino per sostenere le sue aspirazioni politiche. Sopra il triclinio fu costruito il Teatro del Fontanone, una sequenza di terrazze e scale monumentali che si sviluppano intorno a una fontana rustica. Il complesso architettonico termina con due uccelliere, con arcate e cupole in rete metallica ornate dall’emblema del giglio farnesiano.

Ninfeo della Pioggia

Ninfeo della Pioggia - Parco archeologico del Colosseo

Nel Ninfeo della Pioggia fu installata sulla parete interna la Fontana della Pioggia, composta da rocce calcaree, stalattiti e piccole vasche. Le statue furono restaurate dallo scultore Francesco Rondoni e le pareti della scala affrescate da Giovan Battista Magni, detto il Mondanino, che dipinse rami di vite intrecciati. Alla sommità della volta, l’artista ricreò attraverso un gioco di prospettiva una finta apertura dalla terrazza superiore, popolata da musicisti e decorata da un pergolato con grappoli d’uva e uccelli.

Ninfeo della Pioggia (particolare della finta terrazza dipinta sulla volta)

Ninfeo della Pioggia (particolare della finta terrazza dipinta sulla volta) - Parco archeologico del Colosseo

Gli affreschi furono riscoperti alla fine degli anni ’50, ma i lavori di restauro iniziarono solo nel 2020, dopo un lungo periodo di chiusura dovuto alle criticità legate alle condizioni climatiche e conservative del luogo. Il progetto di recupero architettonico è stato accompagnato da studi e ricerche che hanno permesso di ricostruire il contesto storico-culturale del Ninfeo, valorizzandone sia gli aspetti artistici che quelli filologici. L’obiettivo del Parco archeologico del Colosseo è riportare alla luce una delle testimonianze più significative del barocco romano, come ha sottolineato Alfonsina Russo: «Tutelare, per noi, significa sempre conoscere e condividere con cittadini, visitatori e studiosi. Restituiamo oggi al pubblico un altro pezzo di storia del Palatino e della città».

In concomitanza con la riapertura del Ninfeo, il Parco presenta “Festa Barocca”, «un’originale art-based experience che rievoca l’effimero della vita di corte dell’epoca, attraverso la sinergia delle arti: musica, parole, immagini e suoni», ha affermato Roberta Alteri, responsabile del progetto di recupero. A questo si aggiungono un convegno internazionale, dal 13 al 15 dicembre, dedicato ai ninfei antichi e moderni di Roma e del Lazio e la mostra “Splendori farnesiani”, dal 12 dicembre al 7 aprile, incentrata sulla storia degli Horti.

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