lunedì 26 gennaio 2015
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​Gli esperti che da nove mesi conducono l'indagine scientifica sulla ricerca dei resti di Miguel de Cervantes, ripresa venerdì nella cripta della Chiesa delle Trinitarie scalze a Madrid, fanno appello alla cautela. Ma non nascondono che potrebbe essere vicina la fine del giallo che per quattro secoli ha tenuto gli storici con il fiato sospeso.  L'antropologo Francisco Etxebarria, che guida l'equipe di una trentina di archeologi, medici forensi, ricercatori e storici impegnati nelle ricerche, ha definito oggi "impressionante" il ritrovamento delle iniziali M.C., che potrebbero essere quelle dell'autore del Don Chisciotte della Mancha, impresse con chiodi di ferro su un feretro in pessime condizioni recuperato sabato. Tuttavia frena l'entusiasmo, perché "i lavori di identificazione sono appena cominciati e avanzano lentamente".La bara è stata trovata nella nicchia contrassegnata dal numero 1 nella cripta dell'ex convento, aperta per la prima volta nell'aprile scorso e dove sono state rinvenute in tutto 33 sepolture, delle quali alcune di cui non si aveva notizia in precedenza. Le ossa recuperate nel feretro di legno saranno sottoposte a esami antropologici, chimici e biologici. Tuttavia, un primo esame forense ha escluso che fra "alcuni scheletri quasi interi" esumati, possa esserci quello dello scrittore della Mancha, perché "non corrispondono per età" a quelli di Cervantes. Tuttavia, nella nicchia in cui è stata ritrovata la tavola con le iniziali, "restano numerosi frammenti ossei molto malridotti" che, come ha spiegato Etxebarria, "si procederà ad analizzare con una routine ordinaria". Ossa che apparterrebbero a una decine di persone, fra le quali quelli di bambini e donne, che saranno anzitutto separate e sottoposte ad esami osteologico-forensi.  "Per ora non possiamo confermare o smentire assolutamente nulla" - ha insistito l'antropologo, che guida le ricerche - perché i frammenti sono in pessimo stato. Erano mischiati a sabbia, detriti di mattoni e altre tavole, che indicherebbero che in quella nicchia erano state collocate sepolture precedenti". In mancanza di materiale biologico, l'antropologo ha escluso che saranno concludenti gli esami del Dna per accertare in maniera incontrovertibile che si tratti realmente della salma di Miguel de Cervantes. Ma considera che "tutto è aperto" e al momento "non ci sono conclusioni definitive", anche se il ritrovamento delle iniziali "è un passo avanti molto importante che indica che siamo sulla strada giusta". 

Ai medici forensi spetterà l'ultima parola, con l'esame incrociato delle caratteristiche antropofisiche note del padre del don Chisciotte. Un uomo di 69 anni, con solo 6 denti, la mano sinistra atrofizzata e con resti di piombo di archibugio. L'avambraccio e la mano sinistra di Cervantes rimasero infatti amputati dopo la Battaglia di Lepanto, alla quale lo scrittore della Mancha partecipò, restando ferito da piombo sparato con gli archibugi. Fu lo stesso Cervantes a descrivere la sua pessima dentatura, nel prologo delle sue Novelle esemplari.

Le ricerche si basano su una cronica anonima dell'epoca del Cervantes, secondo la quale il cadavere dello scrittore fu avvolto con il saio di San Francesco e alla sua destra fu collocata una semplice croce di legno. Secondo la descrizione, quattro fratelli dell'Ordine Terzo lo portarono alla chiesa delle monache Trinitarie, dove il giorno successivo ricevette cristiana sepoltura.  Le ricerche fanno parte di un "progetto nazionale" che unisce scienza e cultura per recuperare la salma del padre delle lettere ispaniche, quando si celebra il quarto centenario della pubblicazione della seconda parte del Don Chisciotte della Mancha.
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