sabato 2 gennaio 2016
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«Abbiamo appena festeggiato i 25 anni del nostro teatro. La più grande soddisfazione è quella di proporre un teatro di contenuto a un pubblico che si sente in famiglia». Alberto Baroni, impiegato, Mauro Colombo, insegnante, e Luigi Galli che lavora in un’azienda meccanica, sono l’anima dell’associazione culturale Ariel del cinemateatroNuovo di Magenta, tranquillo paese di quasi 25mila abitanti nell’hinterland milanese, e sono nell’atrio di questa bella sala da trecento posti costruita negli anni 80 ad accogliere gli spettatori. Saluti e abbracci in una fredda sera d’inverno. Qui si conoscono tutti, e questa vivacissima sala di comunità, collegata all’imponente basilica di San Martino, è un punto d’incontro fondamentale in città. «Siamo aperti a tutti, e siamo quasi unici nel panorama nazionale perché facciamo esercizio cinematografico, ospitiamo spettacoli, proponiamo il filmforum ed educazione al cinema e produciamo i nostri spettacoli a livello amatoriale con la nosta Ariel, per un totale di 250 serate all’anno » spiega Alberto, che i primi passi nel teatro li ha mossi a 14 anni tra le corsie degli ospedali facendo sketch per gli anziani. «L’idea originaria è del 1986: riunire in una compagnia teatrale i ragazzi e i giovani che “facevano teatro” nei vari oratori e parrocchie del decanato di Magenta» spiegano. E infatti la Compagnia prende il nome di Giovani Decanato di Magenta lanciandosi sul musical. Si parte con Jesus Christ Superstar per passare a West Side Story, Pinocchio, Forza venite gente. «Vestiti e scenografie fatte in casa, tanto lavoro per le traduzioni e le prove, tanto entusiasmo e soprattutto la nascita di amicizie solide Nel frattempo, con l’inaugurazione del cinemateatroNuovo di Magenta, la compagnia trova una casa per i propri spettacoli. E lì, avviene il salto di qualità. Nel 1994 viene portata sulle scene la versione originale di Niente le cose per metà, spettacolo musicale scritto per Gianna Beretta Molla, magentina, in occasione come la nostra» spiegano i tre. della sua beatificazione. Lo spettacolo viene rappresentato 28 volte e visto da circa ottomila spettatori. «Lo abbiamo ripreso e riadattato nel 2004 per la sua canonizzazione ed è stato un altro successo» spiegano. La compagnia poi si evolve, si dà al teatro dialettale con Galli che è autore, e si avvicina a Shakespeare con Sogno di una notte di mezza estate messo in musica. Molti spettacoli vincono diverse edizioni del “Concorso teatro Fom”, della Fondazione oratori milanesi. Il primo spettacolo proposto come associazione culturale Ariel debutta nel marzo del 2003: si tratta di Giallo Moro, una narrazione teatrale sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro, che vinse il primo premio speciale al concorso Gatal 20032004 (Gruppo attività teatrali amatoriali Lombardia). «Quello dell’impegno civile è un mio pallino» dice Mauro. «Nel 2005 la compagnia viene invitata dall’Azione cattolica italiana a pensare uno spettacolo in ricordo di Vittorio Bachelet, nel 25° anniversario della morte. Nasce così L’albicocco che non sfiorisce ». E poi, l’intuizione che fa da punto di svolta. «Ci venne l’idea di raccontare un grande classico in un’ora. Non tutti leggono libri, così li aiutiamo noi». Così nasce Ti racconto un libro, anche questo un successo che li ha portati in undici edizioni a raccontare Amleto di Shakespeare, Delitto e castigo di Dostoevskij, Moby Dick di Melville e quest’anno Il pranzo di Babette. Nel 2009 Ti racconto la Bibbia, con Abramo e Storia di Ruth con cui partecipano a “I teatri del sacro” della Federgat, cui sono associati. «Per questi testi abbiamo avuto la preziosa consulenza di monsignor Pierantonio Tremolada, vescovo ausiliare di Milano – spiegano i tre –. Il resto ce lo mettiamo noi. Notti passati a leggere e adattare i testi, prove nei ritagli di tempo. Ma è una passione». Intanto il teatro si riempie. C’è Laura Curino in scena per la rassegna “Ti racconto un libro”, a strappare i biglietti ci sono due giovani studenti che fanno parte della compagnia Ariel ragazzi, una costola della compagnia adulta. Sono 24 giovani che i prossimi 6 e 8 gennaio metteranno in scena Giallo Natale. Sorride soddisfatta Laura, incinta all’ottavo mese, maestra: «Questi sono i ragazzi del mio laboratorio, sono bravissimi». In sala alla fine arrivano un’altra decina di ragazzi di tante nazionalità, immigrati e rifugiati che frequentano il laboratorio teatrale della compagnia Le Fenicie di Vaninka Riccardi, cresciuta in Ariel. Anche per questo, qui il teatro è davvero speciale. 
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