giovedì 31 marzo 2016
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È più facile far piangere che ridere. Gli attori lo sanno. Eppure la tentazione è forte. A far ridere ci provano in tanti. Ma i risultati scarseggiano. Di programmi come Zelig ne nascono pochi. Non ne nascevano molti nemmeno in passato. Non stop fu un’eccezione. Il Made in Sud di Rai 2 è oggi un esempio di come certa comicità o presunta tale non funzioni affatto. Anche La7 ci ha provato a far ridere, di recente, con Il boss dei comici. Buona l’idea (creare un talent per nuovi comici prendendo in giro i talent stessi), pessimo il risultato in termini di ascolti e non solo. Programma sospeso dopo un paio di puntate. Adesso ci sta riprovando con un altro talent, Eccezionale veramente, in onda per dodici settimane il giovedì in prima serata. Prodotto da Colorado Film, il programma vede schierati nell’immancabile giuria Diego Abatantuono, Paolo Ruffini e Selvaggia Lucarelli e alla conduzione Gabriele Cirilli. Ogni volta un ospite diverso, nel ruolo di quarto giurato, che oltre a valutare il talento comico, può ripescare un concorrente escluso dalla gara. Si tratta di personalità del mondo dello spettacolo, della comicità, del cinema, dello sport e dell’impresa, tra cui Renato Pozzetto (nella prima puntata) e Gabriele Salvatores (nella seconda). Stasera vedremo a chi tocca. Il vincitore, valutato sulla base non solo della verve comica, ma anche delle qualità umane e caratteriali, otterrà un contratto da centomila euro con Colorado Film per il cinema e la tv. A garantire il prodotto, almeno sulla carta, c’è la firma e la faccia di Abatantuono, che della Colorado Film (con Salvatores, guarda caso!) è uno dei fondatori e del Colorado di Italia 1 l’ideatore. Ma questo, stando almeno alle prime due puntate, non basta. Molti comici sono a livello di Corrida Dilettanti allo sbaraglio. Cirilli come conduttore esagera nel voler fare a tutti i costi una battuta dietro l’altra. L’intesa tra i giudici è scarsa. Abatantuono fa il sornione. Ruffini sgrana gli occhi. La Lucarelli è un pesce fuor d’acqua anche perché qui, a differenza di Ballando con le stelle, non trova nessuno con cui litigare (del resto qui di stelle ce ne sono poche). Il ritmo è fiacco. Persino lo studio e il pubblico, purtroppo, sono perdenti di fronte allo sfarzo e ai numeri degli altri talent show. Ma la seconda puntata è stata migliore della prima. C’è speranza. © RIPRODUZIONE RISERVATA schermaglie
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