sabato 15 aprile 2017
La Ferrari di Vettel solo al terzo posto, quinto tempo per Raikkonen
Terzo tempo per Vettel, che partirà alle spalle delle due Mercedes (Ansa)

Terzo tempo per Vettel, che partirà alle spalle delle due Mercedes (Ansa)

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In F.1 si disputano un paio di derby. Non solo Ferrari-Mercedes ma anche quello fra finlandesi Bottas e Raikkonen. Il giovane e il vecchio, uniti dalla nazionalità ma divisi dalla rivalità che li porta a guardarsi negli occhi e a scoprire le debolezze altrui. Freddi, distaccati, insensibili a tutto. Lo ha dimostrato Valtteri Bottas ottenendo la prima pole position della carriera con la Mercedes mentre Raikkonen con la Ferrari non è andato oltre il quinto posto dietro a Ricciardo, quarto, Vettel e Hamilton a chiudere le prime tre posizioni.

"Sei in pole congratulazioni" gli hanno detto dai box mentre Lauda dispensava pacche sulla schiena allo staff: "Grazie" è tutto quello che ha risposto Bottas. Se Kimi è un freddo, Bottas di più. Se Kimi fa sognare i tifosi Ferrari (o almeno lo faceva anni fa quando vinceva corse e titolo) Valtteri non fa sognare nessuno. Distaccato, algido, insensibile a tutto. Di lui si parlava come secondo pilota della Ferrari. La risposta dei ragazzi del team fu strepitosa: "Apri il frigo, prendi la bibita, richiudi il frigo" era la sintesi perfetta di Bottas.

Eppure il ragazzo ha i numeri, ha talento, ma è mancato nei momenti cruciali, quelli delle prime file con la Williams incapace di vincere se c'era l'occasione. Arrivare alla Mercedes grazie al ritiro improvviso di Rosberg, un finlandese con passaporto tedesco, è stato un colpo di fortuna che, nelle prime due gare, sembrava eccessivo visto i risultati. Ora è arrivata la prima soddisfazione, il primo sorriso dopo aver compiuto l'impresa.

La Ferrari stavolta è terza, in qualifica le Mercedes sono state superiori, poco da dire, diverso il discorso sul passo e la tenuta in gara, ma come mai dalla Finlandia sfornano campioni e da noi dopo 7 anni di digiuno abbiamo avuto a malapena un pilota, Giovinazzi, in grado di debuttare? Questione genetica, forse. In Finlandia sono solo 5 milioni di abitanti, eppure la concentrazione di campioni del mondo F.1 e rally è impressionante. Merito delle strade scivolose in inverno, che costringono a imparare il controllo della vettura. Del fatto che per emergere si deve per forza emigrare, e quindi portarsi dietro la cattiveria e la grinta necessaria per affrontare le difficoltà della carriera.

Diceva Mika Hakkinen, due volte mondiale con la McLaren Mercedes, che i primi anni ha vissuto da clandestino in Inghilterra, col rischio di essere espulso. Oggi se pensiamo a un clandestino lo immaginiamo in maniera diversa. Ma la stessa storia la divise anche Mika Salo, andando in Giappone e approdando poi alla Ferrari nel 99 come sostituto di Schumacher. E poi Raikkonen, "profugo" in Inghilterra e poi in Svizzera prima di arrivare a Maranello e vincere il mondiale nel 2007. E ora, forse, tocca a Bottas, ragazzo per bene, educato, persona gentile, sposato con una ragazza olimpionica di ginnastica. Ecco, è la pole position di un ragazzo normale, troppo normale per essere un campione di F.1.

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