giovedì 11 agosto 2016
Ecologico, innovativo e di utilità sociale, da usare in luoghi come l'Africa, dove il ritardo tecnologico, condiziona ancora la qualità della vita delle persone.
Frigoriferi di Bambù per l'Africa
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Ecologico, innovativo e di utilità sociale, da usare in luoghi come l'Africa, dove il ritardo tecnologico, condiziona ancora la qualità della vita delle persone. Così la ricerca tecnologica, quella che si traduce in aiuto concreto per chi non ce la fa, ha portato allo sviluppo di un frigorifero fatto di bambù (che è un ottimo isolante termico), funzionante con energia prodotta da sistemi solari fotovoltaici. Recentemente questo innovativo elettrodomestico, nella cui versione tradizionale è immancabile in ogni casa europea, è stato appena inaugurato in un posto - il villaggio di Bangang, in Camerun - dove non c'è corrente elettrica e dove un frigorifero può davvero fare la differenza nel miglioramento, appunto, della qualità della vita. La realizzazione è il risultato del progetto Spark (Solar photovoltaic adaptable refrigeration kit), finanziato dal programma “Polisocial award”, che utiliza i fondi del "5 per mille" raccolti dal Politecnico di Milano (www.polimi.it ) per favorire lo sviluppo della ricerca scientifica ad alto impatto sociale.

«Spark in realtà è un kit modulare che consente l’autocostruzione da parte delle popolazioni della fascia tropicale dell’Africa di frigoriferi ad uso alimentare utilizzando risorse locali - spiega Claudio Del Pero, docente del Politecnico di Milano responsabile del progetto –. La notevole riduzione dei costi dei componenti fotovoltaici registrata negli ultimi anni e la presenza di soluzioni tecniche innovative, consentono di poter realizzare sistemi ad alte prestazioni, elevata affidabilità e costi contenuti, utilizzando in parte materiali disponibili in loco». Il progetto nasce da un’idea dei docenti del Politecnico di Milano Luigi Piegari, Maddalena Buffoli, Claudio Del Pero, Maria Pilar Vettori ed è supportata dalla ong Acrest (African centre for renewable energies and sustainable technologies) con sede in Camerun. Alla realizzazione del progetto hanno partecipato anche Chiara Tognolo, Marta Fattore, Paolo Monzani ed Emanuele Minicuci.

In sintesi, il refrigeratore ha una struttura modulare “base” di volume netto pari a 250 litri, che permette una grossa flessibilità dimensionale, consentendo anche la realizzazione di una versione “comunitaria” con capacità di 1000 litri. Il sistema, inoltre, non si propone come oggetto preassemblato, ma è realizzato combinando componenti tecnologici innovativi, (compressore in corrente continua, modulo fotovoltaico, scambiatori di calore e uno storage termico) con materiali disponibili localmente, come appunto il bamboo. Questo permette di mantenere i costi di costruzione e spedizione molto bassi (viene spedito un kit di assemblaggio e non un unico elemento voluminoso). Poiché nel kit sono incluse anche le linee guida per realizzare e manutenere il sistema, è anche possibile aumentare le conoscenze tecniche del personale locale coinvolto nelle fasi di assemblaggio e gestione.

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