venerdì 24 gennaio 2014
Il burattino più tradotto al mondo è anche tra i più disegnati. Una mostra al Museo del fumetto a Milano ne racconta la fortuna tra gli illustratori.
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Una storia senza tempo. Un classico. Un capolavoro. Un racconto ricco di episodi a cui si fa riferimento ogni giorno mentre si lavora, si passeggia, si pensa o si ride. Con i personaggi che la animano, che fanno parte oramai del nostro linguaggio e del nostro immaginario: il grillo parlante, l'asinello, Lucignolo, il gatto e la volpe, Mastro Geppetto, la fatina, la lumaca, Mangiafuoco. Ci riferiamo, naturalmente, alle Avventure di Pinocchio, opera di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, pubblicato nel 1883. Da allora un’infinita serie di edizioni per il libro più tradotto nella storia della letteratura dopo la Bibbia. A questo personaggio, dispettoso e bugiardo ma buono, Milano dedica una mostra che rimarrà aperta fino al 23 marzo al Wow Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata. Nella rassegna “100 matite per Pinocchio” vengono raccontati più di un secolo di storie fantastiche grazie alla genialità di tanti illustratori, animatori e fumettisti. Il cuore della mostra sarà il romanzo stesso compresa la prima versione a fumetti disegnata da Carlo Cossio dal 1937 in poi. Autori come Aurelio Galleppini (creatore di Tex insieme a Giovanni Luigi Bonelli), Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni, Pierluigi Sangalli, Nicola Del Principe, Alberico Motta, Benito Jacovitti, Luciano Bottaro ed altri, hanno immaginato una miriade di nuove avventure ora esposte a Milano. Ma anche il cinema ha attinto a piene mani nello scrigno pieno di metafore riempito dalla fantasia di Collodi. Gli appassionati potranno ammirare i manifesti cinematografici dei film di Luigi Comencini e Roberto Benigni e, piaccia o no, anche quelli del burattino targato Walt Disney: nel 1940 diversi critici e filologi storsero il naso considerandolo troppo lontano dall’originale ma rimanendo, comunque, un capolavoro assoluto del cinema d’animazione.
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