venerdì 17 aprile 2015
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Dopo quasi sessant'anni trascorsi nel Museo d'Arte Antica, la Pietà Rondanini cambia casa, trovando la sua definitiva collocazione nell'antico Ospedale Spagnolo, sempre all'interno del Castello Sforzesco a Milano. L'ultimo capolavoro di Michelangelo viene così esposto in un nuovo spazio dedicato, riscoperto, restaurato e valorizzato dall'allestimento di Michele De Lucchi, che sostituisce la nicchia firmata Bbpr nella quale era collocata all'interno della Sala degli Scarlioni.

Il nuovo Museo Pietà Rondanini - Michelangelo aprirà, con una festa, sabato 2 maggio, che sarà anche l'inaugurazione del programma di iniziative ed eventi di ExpoinCittà, destinato ad animare la vita culturale milanese per tutto il semestre dell'Expo 2015. Il taglio del nastro sarà alle ore 11, mentre dalle ore 14 fino alle ore 23 il Museo resterà aperto alla città e sarà ad ingresso gratuito per tutta la settimana fino a domenica 10 maggio. "Il nuovo allestimento ribalta completamente la visione ad oggi consueta dell'opera: entrando i visitatori vedranno infatti la scultura di spalle e scorgeranno per prima cosa ciò che Michelangelo scolpì per ultima, la schiena della Madonna ricurva sul Cristo, rendendo ancora più intensa l'emozione per l'opera", spiega l'architetto De Lucchi.

"Solo girando attorno alla statua si vedrà la parte anteriore, con il Cristo cadente sostenuto dalla Madre: una prospettiva assolutamente inedita, voluta per mettere in risalto quella dimensione della scultura, incompiuta, prima impossibile da osservare nella sua completezza" ha aggiunto.

All'interno della sala dell'antico Ospedale Spagnolo, l'allestimento è essenziale, per rispettare la sacralità della Pietà e indurre alla meditazione. Sulla parete opposta all'ingresso, una quinta nasconde la Porta di Santo Spirito, accogliendo la maschera funeraria e una medaglia che ritrae Michelangelo, realizzate rispettivamente da Daniele da Volterra e da Leone Leoni. Lo spazio è quasi del tutto vuoto, salvo la presenza di tre panche in rovere poste davanti all'opera, con altezze graduate per permettere una visuale completa, e di un leggio che ospita le informazioni riguardanti le sue vicende storiche.

Il pavimento in legno di rovere dalla tonalità chiara dona calore all'ambiente e produce un contrasto materico che valorizza il bianco del marmo. Per salvaguardare il capolavoro da eventuali effetti legati al passaggio della vicina metropolitana e da eventuali scosse sismiche è stato inoltre realizzato, sulla base dei dati scientifici raccolti a livello internazionale dal Politecnico di Milano, un basamento cilindrico ultratecnologico. La Pietà Rondanini rappresenta il testamento spirituale del maestro, intento a scolpirne i tratti sino a pochi giorni prima della morte, avvenuta nel 1564. L'opera non finita fu infatti ritrovata nella sua abitazione romana, ma se ne persero poi le tracce per lunghi anni fino a quando ricomparve presso l'abitazione del marchese Giuseppe Rondinini (questa la denominazione corretta), raffinato collezionista romano. Nei secoli successivi visse un lungo avvicendarsi di passaggi di proprietà, quasi nell'oblio, fino a quando nel 1952 la scultura venne acquistata dal Comune di Milano ed esposta per la prima volta nel 1956 in occasione della riapertura dei Musei del Castello nel secondo dopoguerra.

All'interno dell'antico Ospedale Spagnolo, con i suoi delicati affreschi, l'intensità dell'opera incontra un'architettura che sembra fatta apposta. In quegli spazi collegati alla sofferenza, realizzati per i soldati della guarnigione spagnola del Castello colpiti dalla peste nella seconda metà del Cinquecento proprio pochi anni dopo il momento in cui Michelangelo a Roma lavorava alla Pietà Rondanini, sono stati infatti scoperti affreschi con le scritte "ascese al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente", espressione di fede, a quel tempo a conforto di soldati malati.

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