lunedì 16 aprile 2012
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​I pianoforte chiama e Cesare Picco risponde. Mentre proseguono i successi ottenuti dalle sue "blind date" (concerti di musica tenuti nel buio più completo) e forte dell’accoglienza calorosa che da anni gli riserva il pubblico del Giappone, l’artista ha inciso Piano Calling, in uscita domani. Un nuovo cd che è davvero "nuovo" sotto tanti aspetti, a partire dal brano iniziale, dove il suono del pianoforte viene contrappuntato da una serie di segnali Morse.Picco, qual è il messaggio che si deve decifrare per entrare in sintonia con questo album?Il codice Morse ha anticipato di 150 anni l’era digitale perché ha rappresentato la prima forma di comunicazione totale che ha connesso gli uomini di tutto il pianeta; in questa prospettiva, nel nuovo disco ho utilizzato il pianoforte per "chiamare" a raccolta, risvegliare gli animi attraverso una musica che deve andare oltre la fotografia istantanea di un presente di grande incertezza per offrire visioni inedite fatte di attesa e di spinte verso il futuro.E i suoi orizzonti musicali come sono cambiati?In sette anni di attività discografica è la prima volta che lavoro con un produttore (Davide Rosa) perché ho sentito il desiderio di essere guidato, frenato e spronato, in un gioco di continuo confronto e reciproco scambio. L’obiettivo comune era di incentrare tutto quanto su un alfabeto preciso ma nuovo.Al pubblico cosa chiede?Un compito importante. Con la mia musica lascio all’ascoltatore, ai suoi rimandi culturali e alle sue domande, la possibilità e il divertimento di scoprire all’interno di ogni pezzo degli appigli. Gli lascio il piacere di cercare qualcosa in più, senza mai subire in modo passivo ciò che gli viene proposto.Un segnale che andrebbe girato all’intero mondo dell’arte e della cultura...Veniamo da anni in cui in questi ambiti si lavora a compartimenti stagni e a nessuno interessa collaborare. Così, realizzando Piano Calling, ho voluto gettare un piccolissimo seme che sta già dando risultati importanti: ho invitato scrittori, musicisti, giornalisti, attori e fotografi come Daria Bignardi, Gioele Dix, Paolo Giordano, Alberto Giuliani e Pacifico a esprimersi liberamente su un brano del disco con il linguaggio che ritenevano più adatto. Una "chiamata" ad aprire nuovi vasi comunicanti tra mondi e modi diversi di vedere la stessa realtà.
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