La grande novità del nuovo anno, è che forse il campionato potrebbe restare aperto fino alle fine. La
Juventus dei record rallenta ancora. In settimana i bianconeri hanno faticato a qualificarsi per le semifinali di Coppa Italia (piegato con difficoltà il Milan, 2-1 ai supplementari) e al Tardini hanno ritrovato la storica “bestia nera”, il Parma - unico club imbattuto del torneo nelle gare casalinghe – di Donadoni con il quale non sono andati oltre il pareggio. Così la squadra di Antonio Conte consente la grande manovra di avvicinamento alla Lazio dell’antidivo Vladimir Petkovic che sfreccia a 42 punti, a sole tre lunghezze dalla vetta. Diciamoci la verità: chi di voi alla vigilia del campionato avrebbe scommesso un euro su questo fantastico e discreto signore della panchina laziale? E chi avrebbe mai immaginato che la “scommessa di Lotito” avrebbe virato alla fine del girone d’andata al secondo posto, con addirittura 39 punti? Pochini. Attenzione Juve, quella dei 39 punti è la stessa quota con cui girò, dopo 19 partite, anche la Lazio tricolore di Sven Goran Eriksson, stagione di grazia 1999-2000.
La Lazio di Petkovic tra campionato e Coppe non perde da 14 turni (quella di Eriksson si fermò dopo 17 gare consecutive). Sesto successo di fila all’Olimpico quello con l’Atalanta per una Lazio che ha vinto il girone di qualificazione di Europa League (con la miglior difesa del torneo continentale) ed è anche in corsa per la Coppa Italia, in semifinale se la vedrà proprio con la Juventus. La Vecchia Signora in bianconero sembra un po’ più ingessata rispetto alla cavalcata senza sconfitte della passata stagione e in più deve guardarsi non solo dalla Lazio, ma anche da questo Napoli che, zitto zitto, è lì sul podio, con un Maggio che si diverte a fare il Cavani (3° gol in altrettante partite) e che invoca la clemenza della giustizia sportiva. In settimana potrebbero restituirgli i 2 punti di penalità e anche i due utilissimi difensori, il capitano Paolo Cannavaro e Gianluca Grava, e in quel caso, con uno scontro diretto con la Juve nel catino bollente del San Paolo, il sogno scudetto di Mazzarri e De Laurentiis tornerebbe d’attualità.
Si rimuove anche la classifica dell’Inter che ritrova la vittoria con il Pescara, ma rischia di perdere il “separato in casa” Weslesy Sneijder. L’olandese non si capisce se sarà “volante”, destinazione Galatasaray, oppure verrà incontro alle ultime offerte di casa Moratti. Stramaccioni sta alla finestra, sapendo che l’alternativa al capriccioso “Wes” potrebbe essere il catanese Lodi che gioca meglio di come scrive su twitter, ma non rientra nella casella «fuoriclasse». Quella all’Inter si va progressivamente svuotando, ed ecco spiegato il ritardo, forse insanabile, dalla capolista, peraltro sbeffeggiata dalla formazione dell’allenatore ragazzino all’andata, e per giunta allo Juventus Stadium. Addio sogni di gloria suprema anche per la scapigliata Fiorentina di Montella che capitola al Friuli sotto i colpi del vecchio e inossidabile bomber Totò Di Natale (14 gol, a due reti da Cavani) e del nuovo gioiello della premiata ditta Pozzo, il 21enne colombiano Luis Muriel. Senza Totti e De Rossi si sgonfia di nuovo anche la Roma di Zeman che al Massimino ottiene il minimo: zero punti, punita dal Catania argentino di Maran che è appena 3 punti sotto il tetto degli ambiziosi giallorossi.
Nella bagarre della zona salvezza si rianima il Bologna trascinato dal “violinista” Gilardino e il Cagliari che ringrazia capitan Daniele Conti e vince, in rimonta, lo scontro diretto con il Genoa di Del Neri che spera tanto in qualche rinforzo da Preziosi da qui alla fine di gennaio.
Invoca acquisti con urgenza per il Palermo anche Gianpiero Gasperini. I rosanero cadono anche a Napoli, 11° ko stagionale, ma le pretese di Gasperini potrebbero tramutarsi in un clamoroso esonero. Dopo Sannino, sarebbe il secondo allenatore a saltare al Palermo (si parla di Marino) e non è detto che non accada, il “mangi allenatori” Zamparini ci ha abituato a tutto, e di più.