sabato 21 ottobre 2017
Una equipe di esperti ha condotto esami sul cadavere del poeta, riesumato nel 2103. Neruda era morto in una clinica due settimane dopo il golpe di Pinochet
Il poeta cileno Pablo Neruda nel 1971, intervistato dopo l'annuncio della vittoria del Premio Nobel

Il poeta cileno Pablo Neruda nel 1971, intervistato dopo l'annuncio della vittoria del Premio Nobel

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Il mistero della morte di Pablo Neruda pare essere definitivamente risolto: «Il poeta cileno non morì a causa del cancro alla prostata del quale soffriva... né di morte naturale». A rivelarlo una squadra internazionale di medici e periti riunita a Santiago del Cile, che annuncia anche di avere trovato «una tossina nei resti del cadavere di Neruda». Resti che sono stati riesumati nel 2013 su ordine di un giudice.

Il premio Nobel per la Letteratura nel 1971, comunista, fu sostenitore e amico personale del presidente cileno Salvador Allende e si oppose al golpe militare che l’11 settembre del 1973 il generale Augusto Pinochet guidò contro Allende. Neruda morì in una clinica di Santiago meno di due settimane dopo il golpe, il 23 settembre del 1973 e i sospetti di una morte non naturale sono rimasti fino ad oggi ma il lavoro svolto dagli scienziati pare siano definitivamente fugati.

Il medico legale spagnolo Aurelio Luna ha spiegato ai giornalisti che ciò che è «completamente certo è che il certificato di morte non riflette la realtà». Sulla tossina, spiega che potrebbe trattarsi di un batterio coltivato in laboratorio: se tutto va bene, nel giro di un anno si avranno i risultati delle analisi, che aiuteranno a capire di più.

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