venerdì 13 gennaio 2012
​Presentata ieri al premier e ai presidenti di Camera  e Senato la relazione della Commissione Fortis: si prevede un incasso di 3,5  miliardi e dai 4,7 di fondi  pubblici un maggiore gettito erariale di 4,6 miliardi.
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​Sarebbe un investimento per l’Italia e una bella mano alla crescita e all’occupazione, praticamente a costo zero: non lascia dubbi la relazione della Commissione di compatibilità economica presieduta da Marco Fortis sulla valutazione della candidatura alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Roma 2020. Presentata ieri al premier, Mario Monti, ai presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, e infine in conferenza stampa in Campidoglio.Le Olimpiadi a Roma determinerebbero una crescita cumulata del Pil nazionale pari a 17,7 miliardi di euro nell’arco temporale 2012-2025. La media annua di nuovi occupati sarebbe di 12mila unità, con un picco di 29mila nel 2020.Ma la relazione della Commissione Fortis sottolinea soprattutto che i vantaggi in crescita di Pil e livelli occupazionali risulterebbero a costo poco più che zero per il Paese. L’intera spesa per le Olimpiadi a Roma sarebbe 8,2 miliardi di euro, a fronte di un introito di 3,5 miliardi tra proventi del Comitato olimpico internazionale (Cio) per diritti sponsor e tv, biglietti, sponsor locali e lotterie e ricavi da valorizzazione immobiliare. I restanti 4,7 miliardi, che dovrebbero essere garantiti dallo Stato come spesa pubblica, genererebbero però un maggiore gettito erariale per il Paese pari a 4,6 miliardi di euro.Nel dettaglio, i costi per l’organizzazione ammonterebbero a 2,5 miliardi, quelli per la realizzazione e l’adeguamento degli impianti sportivi a 1,4 miliardi, stessa cifra necessaria per costruire il villaggio olimpico da 18mila posti e il centro stampa da 5mila. La candidatura di Roma massimizza l’utilizzo di strutture esistenti e di impianti temporanei. Andrebbe completato l’impianto polifunzionale Calatrava a Tor Vergata (500 milioni) e sarebbero da realizzare due nuove opere: un bacino remiero da 95 milioni e un velodromo da 55 milioni. Altri 2,8 miliardi finirebbero alle infrastrutture urbane e di mobilità (già previsti dal piano strategico di Roma Capitale e necessari anche per il Giubileo del 2025) e infine un miliardo e 600 milioni sarebbero da spendere per i lavori di adeguamento dell’aeroporto di Fiumicino, ma interamente a carico dei privati.Insomma, un quadro così roseo che – si legge nella relazione – lo stesso presidente del Cio, Jacques Rogge, ha espresso la convinzione che, con la crisi economica e i suoi strascichi negativi, i Giochi del futuro possano anche essere caratterizzati da un approccio di spesa moderato, in sintonia con i tempi attuali, giudicando «potenzialmente interessante» una candidatura di Roma.Ma la gente che ne pensa? Quasi un plebiscito, stando al un sondaggio dell’Ispo presentato da Renato Mannheimer: sette italiani su dieci sono favorevoli ai Giochi Olimpici e Paralimpici a Roma nel 2020. I sostenitori "caldi", cioè «molto o abbastanza favorevoli» all’evento sono il 74% del campione in Italia, l’86% nel Lazio e il 77% a Roma. Mentre la percentuale dei contrari ai Giochi è piuttosto bassa: l’11% in Italia, il 6% a Roma. Tra i favorevoli, infine, il 70% lo è soprattutto perché le Olimpiadi possono portare sviluppo economico e opportunità di lavoro.Il numero uno del Coni è ottimista: la sfida olimpica «è difficile e lo sappiamo, ma questa volta ce la possiamo fare – dice Gianni Petrucci –. Lo sport si presenta come sempre compatto e noi ci crediamo», perché «è nel nostro dna fare, e non solo partecipare, alle Olimpiadi». Secondo il sindaco Gianni Alemanno – «ci sono tutti gli elementi per poter affrontare a testa alta questa sfida. Dopo sessant’anni questa è un’occasione buona che ha Roma e tutta l’Italia. Sta a noi non farcela sfuggire». Infine un altro ottimista, Mario Pescante, presidente del Comitato promotore Roma 2020 e vicepresidente Cio: «Partecipare è utile, ma puntiamo a vincere» e «questa è una gara a squadre, Roma ha alle spalle la "squadra Italia" al completo, unita. Ed è già un primo obiettivo straordinario».
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