venerdì 28 agosto 2015
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Per celebrare Ingrid Bergman nel centenario della nascita il teatro di Göteborg produce uno spettacolo lirico ispirato al thriller di Alfred Hitchcock interpretato dall’attrice svedese. La prima mondiale è prevista il 19 settembre.

 Lo scalone di una tetra villa in stile vittoriano come quelle che dipingeva Edward Hopper; l’auto con la quale lei fugge, ubriaca, verso l’uomo che la salverà; una cantina ricolma di bottiglie che nascondono un terribile segreto. Sono gli elementi scenici, ma anche narrativi, di Notorius, l’amante perduta, il thriller “perfetto” di Alfred Hitchock uscito nel 1946 e interpretato da Ingrid Bergman e Cary Grant. Un film entrato nella leggenda, una storia d’amore, tradimento e spionaggio che presenta tutti gli ingredienti e i personaggi tipici del melodramma: la bionda dissoluta che si redime, il cattivo che si innamora di lei, la madre dominante e gelosa, l’eroe che rende giustizia al mondo e all’amata. E forse anche per questo adesso il cult movie diventa un’opera lirica. Impresa ardita che il Teatro dell’Opera di Göteborg, in Svezia, sta per portare a termine con una produzione da kolossal, intreccio tra cinema e belcanto, alchimia teatrale dove il grande schermo si trasforma in un palcoscenico come se si trattasse di due immagini in dissolvenza incrociata. È un esperimento unico nella storia dello spettacolo. Il Notorius della Göteborgsoperan – cinque atti della durata di due ore – è un omaggio degli svedesi alla loro connazionale Ingrid Bergman nel centenario della nascita (che cade domani) ma vuole essere anche un originale tributo a chi la scelse per il ruolo principale di questo capolavoro: “Il grande Hitch”. Il suo faccione in silhouette dominerà, come un gigante di cartapesta in bianco e nero, le scenografie mobili che rappresentano i simboli, le atmosfere e la suspense dell’intera produzione del cineasta londinese: lo scalone (simile a quello di casa Bates in Psycho), la macchina americana (come quella lanciata da un alticcio Grant contro la scogliera in Intrigo internazionale) e la cantina dove si “consumò” il bacio più lungo della storia del cinema. Tutte strutture che si muoveranno su livelli diversi del palco secondo la lezione teatrale del nostro Luca Ronconi. La musica, d’impronta contemporanea (c’è pure la bossanova), è stata scritta dal compositore Hans Gefors seguendo i registri tra l’inquieto e il romantico con l’inevitabile finale da tragedia; il libretto, che ha come base la sceneggiatura di Ben Hecht, è della drammaturga scandinava Kerstin Perski, la regia è del britannico Keith Warner, il quale ha pensato di affidare il ruolo di Alicia Huberman al soprano svedese Nina Stemme, considerata una delle principali interpreti wagneriane al mondo. Il cast comprende anche Catherine Karnéus (madame Sebastian, l’odiosa suocera della protagonista), John Lundgren (l’agente segreto Devlin, ruolo di Grant al cinema) e Michael Weinius (il vecchio nazista Alexander Sebastian). L’orchestra e il coro sono diretti dal maestro Patrick Ringborg, le scene e i costumi sono a cura di David Fielding. L’opera debutterà in prima mondiale il 19 settembre con repliche fino alla fine del mese e con riprese in ottobre e novembre. Nel prossimo anno Notorius dovrebbe toccare le principali capitali europee: esistono già traduzioni del libretto in inglese e tedesco, si attende ora la versione italiana. Il direttore artistico del teatro di Göteborg, l’inglese Stephen Langridge, ci spiega ragioni e filosofia della mega-produzione: «Non è solo un omaggio al regista britannico e all’attrice svedese ma anche uno scambio di culture, una specie di abbraccio artistico tra i due Paesi che essi rappresentano. La storia che metteremo in scena viene raccontata con ritmi da thriller ma non bisogna dimenticare che è pur sempre un’opera lirica e non un film, dove invece la luce e il movimento devono avere sempre il sopravvento: sarà la musica, in questo caso, a trascinare lo spettatore». Una scommessa ruvida e tagliente... «che cercheremo di vincere – prosegue Langridge – anche grazie alle atmosfere hitchockiane tradotte nelle scene e nelle note della partitura: il coro, per esempio, simboleggerà la morte che avvolge piano piano Alicia, avvelenata dalla suocera e dal marito».  La trama dell’opera non si discosta dalla sceneggiatura del film, che contiene tutti i temi cari ad Hitchcock: subito dopo la Seconda guerra mondiale l’agente segreto americano Devlin recluta la vagabonda Alicia Huberman, figlia di un ex ufficiale delle SS, per infiltrarla in un gruppo di nazisti emigrati in Argentina; lei, innamorata dell’uomo che l’ha tolta strada e dalla disperazione, soffre quando capisce che viene usata solo per catturare i criminali ma accetta di sposare il nazista Alexander Sebastian, molto più anziano di lei, per spiarne i movimenti. Durante una festa nella villa dei Sebastian avviene la svolta: Devlin chiede ad Alicia di aiutarlo a cercare delle bottiglie di vino contenenti l’uranio che i nazisti avrebbero utilizzato per costruire la bomba atomica... Ma i due vengono scoperti e Sebastian decide di uccidere la moglie con la complicità della perfida madre. Con Notorius (che in inglese significa noto, conosciuto, evidente, ma anche famigerato, malfamato, con riferimento alla dissoluzione morale della protagonista) si celebra dunque, innanzitutto, Ingrid Bergman, nata a Stoccolma il 29 agosto del 1915, una diva hollywoodiana che gli svedesi non hanno mai dimenticato. Tanto che Fjällbacka, località sulla costa occidentale dove l’attrice viveva quando tornava nel suo Paese, le ha dedicato una mostra al Bhusläns Museum con immagini inedite e cimeli: sarà aperta fino al 13 settembre.  Nei giorni scorsi anche “L’Osservatore Romano” ha reso omaggio, in vista dell’anniversario, alla bellezza e alla bravura della Bergman scrivendo: «Quelle quasi impercettibili fossette sulle sue guance hanno incantato generazioni di spettatori: esprimono un’intrigante miscela di fascino, dolcezza e classe».

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