lunedì 20 aprile 2015
​Otto milioni di ricevitori finiranno al macero. L'80% delle auto dovrà montare una nuova autoradio. Un affare colossale. Per ascoltare la musica come con il Cd.
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La piccola radio FM, familiare ad una generazione cresciuta a pane e radio, potrebbe presto entrare nel cassetto dei ricordi. E con lei anche tutti quei bei sintonizzatori degli impianti stereo che tante emozioni ci hanno regalato. La modulazione di frequenza, la tecnica di trasmissione più usata al mondo dalla seconda metà del secolo scorso, sinonimo della radio così come la maggior parte delle persone la conosce oggi, potrebbe presto sparire. A fare da apripista la Norvegia, che dal 2017 sarà il primo paese al mondo a spegnere l'FM per adottare un protocollo digitale che promette di portare nell'etere una qualità musicale paragonabile a quella del compact disc. Ma sulla stessa strada dei vichinghi di Oslo si stanno incamminando anche Svizzera e Gran Bretagna. A cui potrebbero aggiungersi pure altri stati del Nord, come Svezia e Danimarca. Se ne parla anche in Olanda. Quello che diventerà il nuovo padrone dell'etere si chiama DAB, Digital Audio Broadcasting, già attivo in tutta Europa, ma ancora relegato in un angolo con pochi ascoltatori, ad eccezione di alcune nazioni come la Gran Bretagna. A quanto pare alla sua evoluzione tecnologica è legato il futuro della radio. Un mezzo non solo sempre amato, nonostante il video e internet, ma che è stato e continua ad essere anche fonte di ispirazione per il cinema e la musica, da Good Morning Vietnam a Radio Ga Ga dei Queen. Un mezzo che oggi vuole inseguire la Tv e passare anche lui al digitale. Il governo di Oslo ha individuato nell'11 gennaio 2017 la data di inizio dello "switch-off" definitivo dal vecchio sistema di modulazione di frequenza a quello digitale. L'operazione si concluderà il 13 dicembre dello stesso anno. La scelta è stata presa in quanto già oggi il 99,5% del paese è coperto dal segnale DAB, irradiato in Norvegia da ben vent'anni. Secondo una ricerca di Tns Gallup il 56% degli ascoltatori norvegesi utilizza il digitale quotidianamente e il 55% delle abitazioni già possiede un apparecchio Dab. Ma solo il 20% delle auto è equipaggiata con ricevitori DAB. Inoltre si calcolca che gli apparecchi FM che andranno incontro al riciclo saranno quasi otto milioni. Inoltre, i fruitori di programmi trasmessi in digitale rappresentano più della metà del totale degli ascoltatori. Secondo alcuni poi il cambio consentirà un risparmio: il costo di trasmissione FM è otto volte superiore rispetto al DAB. Un risparmio che secondo molti potrà magari essere reinvestito nella produzione di contenuti e "migliorerà anche il sistema per le emergenze", come ha spiegato il ministro norvegese Thorhild Widvey. In pratica gli annunci di emergenza potranno essere trasmessi simultaneamente su tutti i canali digitali. Ma oltre alle belle parole ci sono in gioco anche notevoli interessi economici. Prima di tutto il passaggio al digitale obbligherà tutte le emittenti, anche le più piccole, a "digitallizzarsi" spendendo denaro per cambiare tecnologia. Inoltre anche tutti i cittadini norvegesi saranno costretti a dotarsi di una radio DAB, al momento mediamente più costosa di una FM. Anche quella metà che usa ancora con grande soddisfazione le FM dovrà farlo. Anche splendidi tuner FM dovranno essere buttati pur avendo qualità audio eccellenti. Le radioline FM da taschino, leggere e dotate di ore e ore di autonomia, saranno inutilizzabili. E quelle DAB sono mediamente più grandi e pesanti. E le pile durano meno. Qualcuno, per giustificare la decisione perentoria, afferma che lo "storico passaggio" è frutto dell'inevitabile evoluzione trascinata da Internet: dalla web radio in streaming ai servizi di musica sempre in streaming che permettono di creare una radio a seconda dei propri gusti musicali. Ma di fatto questo non ha nulla a che vedere con il fatto che la radio sia FM oppure digitale. I mezzi restano separati, seppure talvolta convergenti. Un'altra giustificazione è quella che "La digitalizzazione delle radio aprirà la porta ad un più ampio spettro di canali a beneficio degli ascoltatori di tutto il paese. Avranno accesso a contenuti diversificati e godranno di una qualità di ascolto superiore e di nuove funzionalità". Lo ha sostenuto il ministro Widvey. Può essere vero, basta che in Norvegia non si faccia come si è fatto in Italia per il digitale, sulle cui frequenze le piccole tv fanno fatica a trovare posto e dove, almeno per i piccoli, sarà sempre più difficile accedere.

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