venerdì 30 ottobre 2015
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​Al concerto in pigiama. Ciabatte ai piedi. E a portata di mano spazzolino e dentifricio. In sala, invece delle solite poltroncine, tanti letti. Sui quali stendersi e dormire. Perché Sleep di Max Richter è una partitura lunga oltre otto ore, pensata per cullare gli ascoltatori mentre dormono. Si sa, ai concerti di musica classica, capita spesso che a qualcuno scappi una dormita. Con Richter questa è d’obbligo. A Berlino si sta lavorando per allestire un teatro che possa ospitare la performance dal vivo di Sleep: si inizia a mezzanotte con gli spettatori che si mettono sotto le coperte e si continua sino alle 8 del mattino, quando gli ultimi accordi danno la sveglia. Al centro della sala, circondata dai letti, una formazione con lo stesso Richter al pianoforte, all’organo e al sintetizzatore. Con lui due violini, una viola, due violoncelli e la voce di un soprano.
 
 
«Dormire è la mia attività preferita. Ed è un’attività che tutti gli uomini condividono, tanto che passano un terzo della loro vita a dormire», racconta il compositore tedesco per spiegare da dove sia nata l’idea di Sleep. «Tra i modi di dire che si usano più spesso c’è anche quello che parla di “dormirci su”. Questo penso rispecchi ciò che fanno i neuroni quando ci addormentiamo. Il sonno gioca un ruolo importante nel modo in cui strutturiamo la nostra vita mentale: quando dormiamo si solidifica la memoria, si imparano cose».
 
 
Richter, autore di colonne sonore cinematografiche (Shutter island di Martin Scorsese, Valzer con Bashir di Ari Folman) e televisive, ha lavorato a lungo con il neuroscienziato americano David Eagleman per comprendere i meccanismi che il cervello mette in atto durante il sonno. Ne è uscita quella che il musicista definisce una «ninna nanna per un mondo frenetico. Viviamo in un ambiente molto denso di informazioni, dove quotidianamente siamo martellati da notizie e nozioni, senza quasi avere il tempo per elaborarle.
 
 
Questo progetto vuole aiutarci, attraverso la musica, a bloccare le informazioni in entrata». Non semplici note di sottofondo per creare un ambiente rilassante, niente suoni della natura spiega Richter, ma «un esperimento nell’ambito della musica sapendo che la coscienza può interagire in diversi ambienti e in diversi stati. Noi siamo abituati ad ascoltare intenzionalmente, analiticamente, giudichiamo, consideriamo i brani musicali in un modo consapevole. Ma c’è anche un altro modo di interiorizzare le melodie.
 
 
E questo ha più a che fare con il modo in cui le partiture risuonano nel profondo di noi stessi. Il nostro è un laboratorio che prova a far passare questi messaggi e a raccoglierli una volta suonata la sveglia, una volta che l’esperienza è terminata. Un modo per cercare di capire come percepiamo la musica in base al nostro stato di coscienza». Richter non si sente di dare consigli per l’ascolto.
 
«Quando metti in campo esperimenti del genere il componimento è un punto di domanda: si hanno molte idee, si hanno programmi e tu provi a riporre questi elementi in una sorta di struttura, ma non sai cosa hai creato finché non inizi ad avere dei ritorni dagli ascoltatori perché è nella sua coscienza che ha luogo la connessione tra la musica e l’essere umano», spiega il musicista dicendosi pertanto interessato «non tanto alla performance in sé, ma piuttosto alla relazione tra la materia musicale e l’esperienza dell’ascoltatore».
 
 
La versione di otto ore di Sleep (Deutsche grammophon) è già scaricabile da iTunes mentre dall’11 dicembre arriverà nei negozi un box con otto cd e un blu ray per provare anche a casa l’esperimento. Nel cd Fron Sleep, invece, un agile sunto di un’oretta, magari da ascoltare per un riposino pomeridiano. Un progetto che il musicista, dopo il varo a Berlino, spera di portare in tutto il mondo. "Italia compresa. Per vedere l’effetto che fa".
 
 
Max Richter
Sleep
Deutsche grammophon. Euro 29,99
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