domenica 3 marzo 2019
“Shakespeare & Company” è una libreria di culto per gli appassionati di letteratura internazionale. Un luogo fiabesco di cui parla anche un classico di Sylvia Beach che esce ora in una nuova edizione
La libreria “Shakespeare and Company”, in rue de la Bucherei a Parigi

La libreria “Shakespeare and Company”, in rue de la Bucherei a Parigi

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Per chi vuole scoprire quello che Henry Miller definì il «paese delle meraviglie dei libri» basta andare in un angolo della Parigi più radiosa che si affaccia su Notre Dame, al numero 37 di rue de la Bucherei, in un locale storico inserito in un ex monastero del Cinquecento. Siamo nella sede di “Shakespeare & Company”, autentico cuore antico e fiabesco del mondo editoriale della Ville Lumiere, una libreria di culto per gli appassionati di storia della grande letteratura internazionale, soprattutto angloamericana e dell’epoca della Beat Generation. L’insegna dove spicca un ritratto del Bardo si affaccia sulla romantica piazzetta immortalata nel film Before Sunset – Prima del tramonto con Ethan Hawke in versione scrittore bohémien, abbellita da una fontana artistica, da una panchina per i lettori curiosi, da colorati oleandri e da un albero rigoglioso.

La riedizione italiana, dopo quella del 1962, del volume Shakespeare and Company (Neri Pozza, pagine 282, euro 14,50), scritto da Sylvia Beach, permette di rivivere i tanti momenti gloriosi di questo spazio culturale unico nel suo genere. Un’idea promossa dal mecenate-letterario George Whitman, un medico americano che aveva vissuto tra le tribù del Centro e Sud America e della Groenlandia prima di ritirarsi a Parigi seguendo il motto «Dai quello che puoi, prendi ciò di cui hai bisogno». Nell’agosto del 1951 Whitman (che diceva di essere parente del grande poeta Walt) decideva di aprire una sua libreria, “Le Mistral”, che nel 1962 – anche su sollecitazione dell’amico Allen Ginsberg – prese il nome di “Shakesperare & Company”, quale omaggio all’esperienza pionerisitica della libraia-editrice Sylvia Beach, figlia di un pastore americano, divenuta famosa per essere stata, nel 1922, l’editrice dell’Ulisse di Joyce (bandito negli Usa e in Gran Bretagna) e insieme referente di tantissimi intellettuali legati al moder- nismo (D.H.Lawrence, Stein, Gide, Pound, ecc.), che dagli anni Venti in poi gravitavano nella Parigi avanguardistica e nel suo cenacolo letterario sito nella rue de L’Odèon, nel Quartiere Latino che Hemingway cita più volte in Festa mobile, e che fu chiuso dai nazisti. Un modello “mitico” che Whitman ha voluto ricreare sulle rive della Senna a pochi metri dalla piazza e dai giardini di Notre Dame intitolati a papa Giovanni XIII e a papa Woityla.

Oggi la figlia Sylvia Whitman gestisce con passione costante questa particolare casa dei libri dal sapore artigianale e retrò in cui le pareti sono muri rustici, il tetto è incastonato da travi di legno dove sono appesi lampadari artistici, e i corridoi stretti sono abitati da specchi, poltrone di velluto e sedie “da teatro” che fanno da corollario al piano terra dove un orologio da stazione sovrasta la cassa incorniciata da una bacheca di libri e riviste, con accanto le pareti coperte di foto del fondatore e di ospiti illustri che donano un piacevole gusto nostalgico. I volumi sono accatastati in scaffali di legno a vista, vetrine, piccoli box, piccoli e grandi armadi, in un disordine creativo e accattivante. Si va dal teatro alla science fiction, dai memoires al vintage, dai libri su Bob Dylan agli splendidi cataloghi d’arte, dalla letteratura araba e cinese fino ai grandi scrittori inglesi ritratti in tante fotografie. Il Poet’s Corner è dedicato ai City Light Books, i testi della Beat Generation, omaggio a Ferlinghetti, Corso e Ginsberg che avevano fatto di questa libreria il loro nido creativo. Ma il vero scrigno della mitica casa-libreria parigina è il piano superiore, dove si è accolti da una scritta singolare: «Non siate inospitali con gli sconosciuti, potrebbero essere angeli sotto mentite spoglie». Sulla parete che dà sulla sezione di libri per ragazzi un drappo rosso copre come in un baldacchino una massa colorata di bigliettini, tessere, fotografie, memorabilia di tanti appassionati che vogliono lasciare il loro pensiero e le loro impressioni. Le brandine a terra sono il segno di accoglienza per coloro che desiderano soggiornare per un periodo alla “Shakespeare & Company” offrendo la propria collaborazione, potendo assorbire l’atmosfera sognante di questi luoghi.

Sulla stanza laterale un pianoforte Schindler con una sveglia adorna gli spazi in cui sono raccolte i tesori sparsi della biblioteca della libreria. Diverse opere novecentesche firmate dagli autori insieme a tante riviste letterarie inglesi e americane, saggi, classici introvabili: le Guide Parisien del 1863, rarissimi testi di Donne, Shelley, Tuckeray, Dickens, Greene; sette album rilegati di Picturegoer, rivista cinematografica del 1955; libri di cucina italiana, le poesie di Rilke in versione tedesco/inglese, l’edizione completa originale di Foglie d’erba di Walt Whitman, tante edizioni di The second sex di Simone de Beauvoir, fascicoli introvabili di The Reviews of English Studies. Il Memorial of Library è costituito da uno speciale album che reca l’intestazione «The Royal Shakesperae Edition of the Sonnets of William Shakespeare», che contiene le firme e le dediche dei tanti visitatori. In un piccolo corridoio si sorge una casina di legno con dentro una macchina da scrivere e una scritta che invita al libero uso della scrittura: «Feel free use the typewriter for your lovely writing/creative ventures» (“Sentitevi liberi di usare la macchina da scrivere per i vostri adorabili scritti/avventure creative”). Da qui si accede al saloncino con al centro un tavolino decorato che si affaccia in un magico panorama con davanti la facciata di Notre Dame, che sembra il sigillo migliore per questo tesoro di storia letteraria e di libera fantasia.

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