martedì 20 novembre 2018
Tra i più grandi maestri innovatori è stato colpito da un infarto la scorsa notte. Intensa la sua attività anche in Italia: è stato, fra l'altro, direttore artistico dell'Olimpico di Vicenza
Il regista lituano Eimuntas Lekrosius

Il regista lituano Eimuntas Lekrosius

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Il maestro lituano Eimuntas Nekrošius, considerato tra i più famosi registi teatrali affermati a livello internazionale, è morto improvvisamente la notte scorsa in una clinica di Vilnius dove era stato ricoverato al suo rientro da un viaggio all'estero. Lascia la moglie, la scenografa Nadezda Gultiajeva, e due figli. Era nato a Pazobris il 21 novembre 1952.

Intensa è stata l'attività anche in Italia come regista di prosa, da Anton Cechov a William Shakespeare: è stato direttore artistico del Teatro Olimpico di Vicenza (2011-2013). Sempre in Italia ha debuttato come regista lirico: nel 2002 al Teatro Comunale di Firenze propose un indimenticabile Macbeth verdiano, mentre alla Scala di Milano nel 2010 aveva firmato il Faust di Gounod. Nei suoi spettacoli, espressivi e visuali, Nekrošius dedicava particolare attenzione non solamente all'interpretazione emozionale degli attori, ma anche all'utilizzo degli oggetti sul palcoscenico che si trasformano quasi in un racconto autonomo. I suoi lavori oltre che in Lituania e in Italia, hanno avuto grande accoglienza in Austria, Iugoslavia, Finlandia, Israele, Norvegia, Svezia, Svizzera, Russia e Usa.

La scarnificazione del testo, la scenografia barbarica, arcaica ed essenziale, e la valorizzazione simbolica e rituale di pochi elementi scenici e testuali (il ghiaccio, la terra, l'acqua) caratterizzano la sua interpretazione della trilogia shakespeariana (Amleto, 1997; Macbeth, 1999; Otello, 2000). Nel 2005 ha realizzato 2007 La Valchiria di Wagner. Tra le regie teatrali più recenti, in cui ha rinnovato la potenza dell'elemento visivo, punto nodale della sua pratica teatrale, si ricordano: Faust (2006), testo che ha tradotto in uno spettacolo realizzato con scene di forte impatto abitate da oggetti simbolici e immagini essenziali e folgoranti; Anna Karenina di Tolstoj (2008), dove l'immagine, il gesto, il paesaggio sonoro riducono l'importanza della parola recitata nella creazione di un mondo verosimile, in cui, tra atmosfere dense e sospese, il tempo si dilata per accogliere le azioni nel suo moltiplicarsi visionario.

Diplomato presso l'Istituto d'arte Lunacarski di Mosca, Nekrošius si è messo in luce come direttore e regista del Teatro dei giovani di Vilnius e quindi al Teatro drammatico di Kaunas. Nel 1993 è stato nominato regista del Festival internazionale di teatro lituano e nel 1998 ha fondato il centro artistico indipendente Meno fortas. Gli spettacoli di Nekrošius hanno partecipato con successo di pubblico e critica a molti festival teatrali internazionali e hanno ottenuto importanti riconoscimenti: nel 1996 gli è stato consegnato il Premio Ubu per il migliore spettacolo teatrale straniero presentato in Italia; nel 2001 la critica russa gli ha assegnato il Premio Konstantin Stanislavskij.

"Artefice di un teatro visionario e antinaturalistico", secondo l'Enciclopedia Treccani, Nekrošius ha creato spettacoli di inconsueta ricchezza vitalistica e varietà d'invenzione che, fondati su una metaforica e talvolta vorticosa stratificazione espressiva, combinano la logica ipnotica dei sogni e della poesia e le gags ludiche e clownesche del circo: Sapore di miele di Delaney (1976), Ivanov di Cechov (1978), Un giorno come un secolo di Ajtmatov (1983), Zio Vanja di Cecov (1986), Il naso di Gogol (1990), Mozart e Salieri.
Don Giovanni. Peste
di Puskin (1994), Tre sorelle di Cecov (1995).

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