giovedì 20 ottobre 2022
Un team di ricercatori, tra i quali il nobel Svante Pääbo, ha trovato in una grotta in Russia un gruppo di Neanderthal tra loro imparentati grazia all'uso della genetica preistorica
Neanderthal in una ricostruzione

Neanderthal in una ricostruzione - Reuters

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Nelle grotte di Chagyrskaya e Okladnikov, a 100 chilometri dalla grotta di Denisova, in Russia, sono stati rinvenuti i resti di una comunità di Neanderthal, caratterizzata da legami di parentela. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, è stata condotta dagli scienziati del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e dell'Università di Bologna, che hanno condotto una spedizione
nei siti archeologici russi per approfondire la conoscenza relativa alla genetica preistorica.

Il team, guidato da Laurits Skov e dal neo premio Nobel per la Medicina Svante Pääbo, ha esaminato gli scavi nella Siberia meridionale, una regione considerata molto promettente per la ricerca sul dna antico. Studi precedenti in queste zone hanno rivelato che i Neanderthal e i Denisovani hanno coesistito per centinaia di migliaia di anni, e sono emerse testimonianze di mescolanze genetiche.

I ricercatori hanno valutato i siti occupati dai Neanderthal circa 54mila anni fa, recuperando il dna di 13 esemplari, sette uomini e sei donne, di cui otto adulti e cinque ragazzi. L'analisi ha rivelato che questo lignaggio sarebbe più vicino ai Neanderthal europei. Il
materiale genetico, riportano gli esperti, mostrava eteroplasmie condivise tra individui, ovvero delle varianti genetiche che persistono per un piccolo numeri di generazioni. Questo approccio ha permesso di scoprire un legame di parentela tra un padre e una figlia, e una coppia di parenti di secondo grado, un ragazzo adolescente e probabilmente la zia, la nonna o una cugina.

"La combinazione di eteroplasmie e legami di parentela - afferma Skov - suggerisce che gli abitanti di questa grotta siano vissuti e deceduti nello stesso periodo. Questa scoperta evidenzia il fatto che probabilmente questi individui erano associati alla stessa comunità sociale. Per la prima volta possiamo usare la genetica per studiare l'organizzazione sociale di una comunità di Neanderthal".

Gli autori hanno inoltre scoperto che la diversità genetica risultava piuttosto bassa all'interno del gruppo sociale, coerente con una comunità di 10-20 individui, un valore significativamente inferiore rispetto a quanto osservato in precedenza. Confrontando la diversità genetica sul cromosoma Y, ereditato da padre a figlio, i ricercatori hanno scoperto che la diversità genetica mitocondriale era molto più alta rispetto a quella del cromosoma Y, il che suggerisce che le comunità di Neanderthal erano principalmente correlate alla migrazione femminile.

Nonostante la vicinanza alla grotta di Denisova, gli spostamenti non sembrano aver coinvolto gli uomini di Denisova. "Questi risultati sorprendenti sull'evoluzione delle migrazioni - commenta Sahra Talamo, unica firma italiana, che ha realizzato datazioni al radiocarbonio di alcuni dei neandertaliani della grotta di Chagyrskaya - devono farci riflettere sul ruolo della donna sin dall'inizio della nostra affascinante storia evolutiva: una donna che è sempre stata dotata della capacità di innovare, di trovare risorse, soluzioni, e di fare rete".

"Il nostro lavoro - conclude Benjamin Peter, dell'Istituto Max Planck per l'Antropologia Evolutiva, tra i coordinatori dello studio - fornisce un quadro concreto di come potrebbe essere stata una comunità di Neanderthal. L'insieme di questi elementi ci permette di ricostruire un'immagine molto più umana dei Neanderthal".


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