martedì 3 gennaio 2023
Quando Benedetto XVI improvvisò una lectio magistralis sulla lezione di due grandi autori, Vivaldi e Verdi, dimostrando cosa significa avere una cultura musicale
Riccardo Muti

Riccardo Muti - Epa

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La notizia della morte di Papa Benedetto XVI mi colpisce profondamente ed è una tragedia non solo per la cattolicità, ma per il mondo intero. Con Joseph Ratzinger scompare una figura di grande umanità e sapienza. Ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente e di incontrarlo più di una volta.

L’8 maggio del 2012, in occasione del settimo anniversario della sua elezione a Pontefice, diressi un concerto in aula Paolo VI con orchestra e coro del Teatro dell’Opera di Roma; eseguimmo il Magnificat di Antonio Vivaldi e lo Stabat Mater e il Te Deum di Giuseppe Verdi. Al termine dell’esecuzione Benedetto XVI improvvisò una lectio magistralis sulla lezione di questi due grandi autori, dimostrando cosa significa avere una cultura musicale e ancora di più credere nella potenza della musica. Quel concerto e quelli diretti in Vaticano davanti a Giovanni Paolo II e a Paolo VI restano impressi in modo indelebile nella mia memoria.

Papa Benedetto ci ha ricordato più volte quanto la Chiesa ha fatto per la storia della musica, ci ha ricordato l’importanza della musica sacra e la necessità che quella liturgica sia musica ispirata.

Quando io e mia moglie Cristina fummo ricevuti da lui in Vaticano parlammo per più di un’ora di musica e in particolare di Wolfgang Amadeus Mozart, autore da lui molto amato. In quell’occasione gli espressi il mio disagio di fronte a regie che stravolgono le opere mozartiane. E Papa Benedetto, fissandomi con i suoi occhi chiari, profondi e dolcissimi disse: «Lasciamo riposare in pace Mozart».

Un incontro che custodisco nel cuore, ricordo di un Pontefice che ho sempre stimato e al quale ho guardato con profonda ammirazione e devozione. I suoi discorsi hanno sempre saputo trasmettere messaggi profondi declinandoli attraverso un’estrema semplicità, capace di arrivare al cuore dei dotti e dei semplici, con quella sua capacità di condurre per mano tutti nel mondo della musica.

Oggi il mondo perde una grande figura, forse non capìta da tutti. Ma se ci mettiamo in ascolto del suo magistero, se ripercorriamo i suoi passi, i suoi insegnamenti, potremo scoprire davvero un gigante del nostro tempo, capace di parlare a noi e al nostro mondo.

(Testo raccolto da Pierachille Dolfini)

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