giovedì 29 marzo 2012
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La lunga caduta sta finendo? È giunto il momento del rimbalzo dopo aver toccato il fondo? Il mercato della musica spera proprio di sì. Lo direbbero i dati diffusi dalla Ifpi, la federazione internazionale dell’industria fonografica, secondo la quale il declino delle vendite starebbe «rallentando significativamente». Nel 2011 il fatturato globale, secondo il report annuale pubblicato pochi giorni fa, è stato infatti di 16,6 miliardi di dollari, con un calo del 3%: poco rispetto al salto del -8,9% del 2010.Un fatto determinato dalla crescita del mercato digitale. Se infatti le vendite dei supporti fisici sono scese del 8,7% a 10,2 miliardi di dollari (erano stati 11,1 nel 2010), la musica "liquida" è cresciuta dell’8% fino a 5,2 miliardi. Il digitale ora ammonta al 31% del fatturato di tutta le musica incisa, a fronte del 29% del 2010. E negli Usa per la prima volta ha raggiunto la maggioranza con il 51% delle vendite complessive. È un mercato in ascesa quello degli abbonamenti online, aumentati in tutto il mondo del 65%. Crescono i proventi dalla syncronized music, ossia la musica utilizzata in film, video, tv, spot ma anche campagne politiche.Lo scopo, insomma, è mettere il più possibile a reddito la musica che ci gira intorno. Non a caso Frances Moore, a capo di Ifpi, ha commentato che «oggi la musica arriva a destinazione attraverso un numero di canali di una varietà senza precedenti». Diversificazione è la parola d’ordine per cercare di salvare la barca che affonda. Operazione compiuta? «Il 2011 è stato un anno significativo nell’evoluzione del mercato della musica digitale» ha commentato Edgar Berger, ad di Sony, sbilanciandosi anche verso uno spiraglio di luce: «La continua espansione dei servizi in abbonamento e la rivoluzione nella portabilità hanno contribuito ad accelerare la crescita del sistema. La prospettiva è luminosa».E a testimoniare che qualcosa si sta muovendo, sono 17 i Paesi in cui la bilancia ha il segno positivo, sette dei quali si trovano nella top 20 dei mercati: il Canada è cresciuto del 2,6%, Svezia +3%, Messico +5,5%, Australia +5,7 (andandosi a piazzare al sesto posto complessivo con 475 milioni di dollari). Mentre le economie meno intaccate dalla crisi sembrano aver preso l’ascensore: India +6,2% (dopo il +16% del 2010), Sud Corea +6,4%, Brasile +8,6%.Gli Stati Uniti restano comunque il mercato più ricco con 4,37 miliardi di dollari di fatturato (sostanzialmente invariato, ma nel 2010 era crollato del 10%). Il resto della classifica riserva qualche sorpresa per i non addetti ai lavori. Perché ilRegno Unito è solo al quarto posto con 1,43 miliardi di dollari (-3,1%), preceduto da Giappone (4 miliardi e un crollo del 7%) e Germania (1,47 miliardi, come nel 2010 quando aveva superato la Gran Bretagna). L’Italia si piazza al nono posto con 240 milioni di dollari. La stessa cifra dell’Olanda. Che però di abitanti ne ha solo 6 milioni, dieci volte meno di noi.
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